I conti in tasca al campionato delle tre grandi

nostro inviato a Appiano Gentile

«Guardo la classifica e sono felice, sono contento di essere nel gruppo che si gioca il campionato. Io non sono preoccupato, e non faccio conti. Sinceramente non saprei dire quanti punti ha fatto il Milan in queste ultime dieci giornate, ma sono consapevole che dobbiamo migliorare tanto perché manca ancora una parte importante di campionato, quella decisiva». Replica per Adriano Galliani che si era dichiarato tranquillissimo in quanto, a conti fatti, l’Inter con Leo in panchina aveva recuperato solo due punti sul suo Milan.
Ma Leonardo è su di giri, durante la sua gestione 12 partite e 10 vittorie, comprese le due in coppa Italia, e mai veramente sotto. Tranne al Friuli, lì male, questo sì.
Eppure questa marcia da grande firma potrebbe non essere sufficiente per mettere nuovamente l’Inter in cima al campionato. Josè Mourinho vinse il primo scudetto a 84 punti, il secondo a 82, e alla 25ª giornata della scorsa stagione era a 55 punti, tre più del Milan attuale capolista.
Manteniamo il trend, scudetto ragionevolmente a 80 punti, proprio come ha pronosticato Massimiliano Allegri. Mancano tredici giornate, e due sconfitte l’Inter non se le può permettere. Se vuole arrivare a 80 punti gliene mancano 33, può infilare al massimo tre pareggi con dieci vittorie.
Leo però è gonfio: «Nessuna priorità, ogni partita si scende in campo per vincerla, noi pensiamo a vincere tutto, qui non si gestisce niente».
Stilare tabelle comunque non è una grandissima idea. Massimiliano Allegri lo ha fatto alla vigilia della partita interna con la Lazio e non gli ha portato benissimo: «È un momento troppo importante per lasciare punti per strada. Il nostro obiettivo è arrivare a 80 punti - disse in conferenza stampa -, e per farlo servono 11 vittorie. Tutte le altre per fare meglio di noi dovranno vincerne 13 su 16». Nelle successive tre gare con Lazio, Genoa e Parma, Allegri ha messo assieme due pareggi e una sola vittoria ma ora per arrivare a 80 punti gli basterebbero 8 vittorie e potrebbe permettersi addirittura una sconfitta. Ieri peraltro all’uscita di via Rosellini, sede della Lega calcio dove si è svolta l’Assemblea di serie A, Adriano Galliani ha avuto modo di replicare a Leonardo sulla questione dei conti: «A livello algebrico e matematico, ho ragione io». Spiegando poi: «I miei conti sono giusti perché a differenza dell’Inter noi non abbiamo giocato le due partite di recupero. È sicuro, a livello algebrico e matematico sono sicuro di quello che ho detto perché non si può confrontare chi ha giocato dieci partite con chi ne ha giocate otto».
Situazione pericolosissima.
Ma lo scudetto non è solo Milan -Inter, in mezzo c’è il Napoli, 31 punti da fare in 13 gare per arrivare a quota 80, anche se qui a parlare di scudetto si rischia la pelle. Walter Mazzarri ne parla senza parlarne, un’arte finissima: «È la speranza di tutti. Però preferiamo non fare programmi a lungo termine, ci concentriamo sulla partita più vicina affrontandola come se fosse una finalissima e non facciamo programmi a lungo termine. Alla fine tireremo le somme».
Comunque la prossima è da tre punti per tutte, Leonardo naturalmente ha parlato molto bene dei giocatori del Cagliari e ancora meglio dei suoi: «Non capisco come si possa criticare Eto’o oppure Cordoba. Ivan ha una leadership all’interno dello spogliatoio fatta di silenzi, è un giocatore che soffre e va in campo, come contro Juventus e Fiorentina quando aveva una spalla in disordine e nessuno lo sapeva. Pazzini ha giocato con la febbre, Materazzi gioca poco ma durante gli allenamenti è quello che alza il ritmo, un esempio per tutti, e non vorrei parlare di Maicon.

Qui c’è un gruppo che vuole continuare a vincere, ogni giocatore può ricoprire più ruoli, c’è una carica positiva, c’è continuità». Detto con enfasi convincente senza dare la formazione: «Troppi dubbi, Lucio e Sneijder neppure convocati ma il Bayern non c’entra, qui non ci sono priorità».

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