È proprio vero, ognuno ha i suoi problemi. Prendete i Cooper Temple Clause, il quotato quintetto originario di Reading, la cittadina dell'hinterland londinese conosciuta per l'omonimo rock festival all'aperto che si tiene a fine agosto. Nonostante abbiano raggiunto il ragguardevole traguardo del terzo disco e possano garantire un "live show" che, a detta della critica, "riconcilia con il rock", in patria sembra che tutti abbiano da ridire sul loro taglio di capelli. Ai nostri non resta che fare buon viso a cattivo gioco e tirare dritto. Meglio occuparsi di altro: per esempio, di migliorare la propria musica.Tuttavia, va preso atto che dopo la fuga dalla major Rca (un paio di dischi di glam-indie-rock ruvido ed enigmatico) e quella del bassista Didz, riparato nei Dirty Pretty Things dell'ex Libertines Carl Barat, i Cooper Temple Clause sembrano aver smarrito la strada. Davvero troppe le influenze che emergono dall'ascolto del melodico Make This Your Own. Un album marchiato a fuoco da un eclettismo a dir poco esagerato che, a seconda del brano, li avvicina al calderone techno-pop dei Depeche Mode o al rock decadente dei Placebo di Brian Molko, al revival Anni Ottanta di Killers e soci o all'ambient-pop in stile Brian Eno solista.
Anche se i teenager della "generazione Mtv" mostrano di gradire, l'involuzione discografica non sembra presagire niente di buono per il futuro.
The Cooper Temple Clause
Transilvania Live, via Paravia 59, lunedì, ore 21.30, ingresso 15 euro
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.