I dati di «cassa», la sorpresa di Tremonti e la risposta al tentativo di assalto del Pd

da Roma

Quando il ministero del Tesoro prende posizione rispetto a Bankitalia si potrebbe pensare a un deterioramento dei rapporti tra le due principali istituzioni economico-finanziarie italiane. Quanto è accaduto ieri, però, fa eccezione per due motivi fondamentali: il primo è che i rapporti tra Via Nazionale e Via XX Settembre sono sereni e il secondo è che la crisi globale dei mercati ha affiatato ancor di più Tremonti e Draghi.
Perché allora un comunicato dell’Economia ha messo in evidenza la lettura «concettualmente falsa» dei dati di Bankitalia? Anche in questo caso ci sono due ragioni che spiegano la mossa. La prima è di natura economica. Oggi il Consiglio d’Europa ratificherà l’orientamento della commissione Ue, pronta ad «ammorbidire» il Patto di stabilità per fronteggiare la crisi globale. Ma con un debito pubblico sempre pesante il Tesoro teme che il partito anti-italiano possa risvegliarsi inventando paletti ad hoc visto che il parametro debito/pil continuerà a essere sopra la soglia del 100 per cento nei prossimi anni e la concessione di liquidità alle banche potrebbe aggravarlo. Di qui la necessità di un comunicato. Il secondo motivo è legato al primo perché a far cattiva pubblicità all’Italia ci hanno pensato gli italiani. Non appena pubblicati i dati i ministri ombra del Pd, Bersani e Letta, hanno sparato a palle incatenate contro Tremonti affermando che «è ripartita l’evasione». Il comunicato li smentisce. «L’anno scorso il governo Prodi ha prorogato da luglio ad agosto i versamenti dei contribuenti dei soggetti a studi di settore. Quest’anno il termine è stato fissato al 16 luglio. Pertanto, «confrontando gli incassi di luglio e agosto 2007 con il 2008 si registra un aumento di più di un miliardo».

E il direttore dell’Agenzia delle entrate, Befera, ha sottolineato che non c’è stato «un arresto della lotta all’evasione», circostanza testimoniata dall’aumento degli incassi (+13,5% nei primi 8 mesi). Anche Bankitalia ha precisato che si tratta di «dati mensili di cassa soggetti a fluttuazioni». E non risultano scostamenti dalle previsioni di entrata del governo. Con buona pace dei soliti pessimisti.

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