Uscire di prigione per svolgere una funzione sociale. I carcerati diventano operatori ecologici grazie all'intesa siglata ieri dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, dal provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Aldo Fabozzi, dai vertici dell'Ama e dal garante regionale dei detenuti Angiolo Marroni.
Il progetto, che ha avuto l'avallo dell'assessore regionale alla Sicurezza, Giuseppe Cangemi, durerà un anno e coinvolgerà con un contratto a tempo determinato part-time da 18 ore almeno 10 detenuti meritevoli, indicati dal Dap del Lazio. I soggetti scelti svolgeranno attività di manutenzione e di pulizia delle strade grazie al finanziamento di 100mila euro della Regione, che sarà corrisposto a una cooperativa sociale di cui facciano parte detenuti o ex detenuti e che sarà indicata dal garante, mentre Roma Capitale assicurerà l'attuabilità dell'intervento sul proprio territorio.
«Dal mio insediamento abbiamo riservato la massima attenzione alle condizioni carcerarie - ha spiegato Polverini -. Con questo rapporto perseguiamo due obiettivi, quello dell'inclusione sociale, perchè un'occupazione aiuta a vivere meglio la condizione di detenuto, e anche quella di aiutare Ama a svolgere ancora meglio il suo servizio». «Il messaggio che mandiamo ai detenuti - ha spiegato poi Cangemi - è chiaro: voi avete tolto qualcosa alla città con le vostre azioni criminose, oggi avete la possibilità di ripulire Roma e anche la vostra coscienza: è un messaggio positivo». D'accordo si è detto Fabozzi secondo cui ieci posti sono un bel punto di partenza perchè si sottraggono dieci persone al crimine. Secondo l'amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, è positivo dare un'opportunità a queste persone: «Ama si è risanata ed è in condizione di migliorare e speriamo di poter raddoppiare i posti, magari impiegandoli nel decoro, dove possono acquisire una specializzazione come la rimozione delle scritte o dei manifesti abusivi». «Il lavoro - ha aggiunto il presidente Marco Clarke - è la principale attività per la crescita di un cittadino». Fondamentale per Marroni è invece l'infondere nei detenuti la cultura del lavoro, dando loro una chance per uscire dalla cultura del crimine, così si risponde anche alla domanda di sicurezza.
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