I Ds furiosi con il Professore: non ci difende

L’11 gennaio seduta della direzione «per respingere ogni aggressione». Ma la Quercia si presenterà lacerata

da Roma

Piero Fassino ha aspettato fin quasi alle quattro di pomeriggio. Poi, superate perplessità e delusione, ha affidato a una nota il suo apprezzamento a Romano Prodi. Un plauso forzato, perché dall’intervento sulla Stampa del leader dell’Unione il segretario Ds si attendeva qualcosa di più, quantomeno una parola in difesa dei vertici della Quercia. Perplessità quella di Fassino che in buon parte del partito è palpabile irritazione, soprattutto fra i dalemiani. Così, non è un caso che in serata ci pensi Gavino Angius a dare voce ai mal di pancia del partito: «Quello di Prodi è un contributo interessante», ma «rischia di non essere chiaro».
Ma andiamo con ordine. Al Botteghino il momento più duro è quello della mattutina lettura dei giornali. Che, soprattutto quelli più vicini ai partiti dell’Unione, non sono affatto teneri con i vertici dei Ds. Prima Avvenire, poi il Manifesto, e in mezzo, l’ormai abituale paginata dell’Unità dedicata allo sfogo dei lettori. Il tutto, suggellato dall’intervento di Prodi. «I confini del lecito dal punto di vista giuridico» non stati superati, spiega il leader dell’Unione. Ma, aggiunge, si è andati «oltre quelli dell’opportunità politica». E quindi, tra «affari e politica va stabilito un confine raggiunto il quale entrambe le parti devono sapersi fermare». In due parole, nuove regole.
Un appello che lascia di sasso buona parte della dirigenza dei Ds. Non tanto per il merito, quanto per il fatto che dal Professore non arriva una sola parola in difesa dei vertici della Quercia. Un imbarazzo palpabile per tutta la mattinata di ieri, quando tra i Ds non ce n’è uno che si prenda la briga di commentare l’intervento di Prodi. La parola d’ordine è prendere tempo, in attesa di capire quale sarà la posizione ufficiale della segreteria. Una speranza vana, visto che pure ai piani alti la confusione regna sovrana. I dalemiani, infatti, sono a dir poco furiosi, perché «da Prodi non è arrivata una parola che fosse una di solidarietà». E pure Fassino, comunque convinto che non è questo il momento per una rottura, non pare aver gradito e con chi lo sente non nasconde la sua delusione. È ora di pranzo quando finalmente Vannino Chiti rompe gli indugi. «Condivido l’intervento di Prodi dalla A alla Z», dice il coordinatore della segretaria della Quercia. Ma aggiunge: «Credo che sia giusto rivolgersi a tutto il centrosinistra, perché la questione non riguarda solo un partito e vedere le vicende di questi mesi come un fatto legato solo ai Ds coglie solo un aspetto e non il più importante». Una precisazione, quella di Chiti, che dà il senso dello stato d’animo che si respira a via Nazionale. Gli ultimi sondaggi, infatti, davano la Quercia in perdita di due punti (dal 20 al 18%) ma secondo molti il calo sarà più cospicuo, soprattutto rispetto a quegli elettori che alle ultime regionali i Ds avevano portato via alla pattuglia degli astensionisti. «Ci hanno dato fiducia perché non ne possono più di Berlusconi - spiega un dirigente - ma se passa l’idea che siamo come lui...».
L’uscita di Chiti, però, apre gli argini. E dai Ds piovono parole di plauso per l’intervento di Prodi. Cesare Salvi, Gloria Buffo, Walter Veltroni, Giuseppe Caldarola, sono tutti con il Professore. Pure Fassino, in Messico per una vacanza, mette da parte le perplessità: «Condivido l’intervento di Prodi, non c’è dubbio che le vicende di questi mesi impongono una riflessione su temi che io stesso ho evocato». «Il rapporto tra etica e politica - aggiunge il segretario ds - è questione su cui tutti, e in particolare il centrosinistra, hanno il dovere non solo di riflettere, ma anche di avanzare proposte che fissino regole e principi». Di questi temi - conclude Fassino - si discuterà nella direzione dei Ds dell’11 gennaio, «respingendo ogni aggressione contro cui continueremo a reagire con determinazione».
In verità, più che a respingere le aggressioni, in quell’occasione i vertici della Quercia saranno impegnati a conciliare posizioni che al momento sono lontanissime. Non è un caso, infatti, che la direzione sarà preceduta sia da una riunione della segreteria che da un vertice della minoranza del partito. «Sarà un confronto duro», spiega un dirigente, «perché in molti non hanno gradito né i toni di Prodi né la replica di Fassino». Una posizione, questa, che emerge nel tardo pomeriggio. Quando Angius, sentito D’Alema e informato per correttezza il segretario, decide di dire la sua. E lo fa, da buon sardo, riservando a Chiti una citazione. «L’intervento di Prodi? Non lo condivido dalla A alla Z ma - spiega il capogruppo al Senato - solo fino a una certa lettera» perché bisogna innanzitutto chiarire «a chi si rivolge».

Insomma, se l’appello fosse indirizzato solo ai Ds, aggiunge, sembrerebbe orientato da «forme di pregiudizio morale nei confronti della Quercia». «Da Prodi - dice Angius facendosi portavoce dei molti mal di pancia del partito - mi sarei aspettato una parola di solidarietà nei confronti della segretaria della Quercia».

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