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I figli sono figli, il Senato abolisce distinzioni tra «naturali» e «legittimi»

L'equiparazione passa all'unanimità, dopo le ultime resistenze ad accettare una norma di civiltà giuridica. Raggiante la caparbia relatrice del provvedimento, Alessandra Gallone (pdl): «Volevamo che non ci fossero mai più discriminazioni. I figli sono figli: non importa se nasci da genitori sposati, conviventi o adulteri»

Era il primissimo Dopoguerra, il '46, quando, in uno dei pezzi teatrali che doveva diventare tra i più importanti del Novecento italiano, risuonò quella frase passata alla storia. Una frase carica di profonda e intima drammaticità: «'E figli so' figli», diceva l'orgogliosa Filumena Marturano al suo cinico amante, Domenico Soriano, chiamato a riconoscere la paternità dei tre ragazzi generati dalla donna. Riconoscerli senza fare differenze di status, senza sapere chi fosse realmente il suo. Riconoscerli e basta .
Tutti uguali, naturali e legittimi, nella coscienza popolare. Non così, nell'ordinamento giuridico italiano. Sono passati quasi settant'anni, e forse quella parità - vagheggiata come passaggio cruciale di civiltà - finalmente sta per essere acquisita. Una lacuna mai colmata, e che arriverà comunque in ritardo rispetto al sentimento comune quando - si spera prima della fine della legislatura - la Camera metterà la parola fine. Ieri pomeriggio è toccato al Senato licenziare il disegno di legge, e non senza qualche incredibile difficoltà che è sembrato poter mettere in discussione un'equiparazione (sulla quale - in linea di principio - tutti i partiti si sono detti d'accordo).
L'approvazione dell'aula, alla fine della giornata, è stata all'unanimità). Ma ci è voluta tutta la caparbietà della relatrice, la senatrice del Pdl Alessandra Gallone, per condurre in porto il provvedimento. Comprensibile la sua soddisfazione incontenibile. «Sono davvero felice: oggi l'aula del Senato ha scritto una bella pagina legislativa nel nome dei figli, di tutti i figli senza distinzione. D'ora in poi verranno indicati nel Codice Civile come figli al posto della vecchia denominazione di figli legittimi e figli naturali».
Il ddl numero 2805, recante il titolo: «Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali», ha superato gli ultimi distinguo a proposito del tribunale competente a dirimere le controversie, grazie a un accordo in commissione Giustizia. Sarà il Tribunale della Famiglia di prossima istituzione, il «giudice naturale» dei figli, naturali o legittimi che siano.
«Tecnicismi, cavilli - dice la Gallone -. Ma per noi l'obbiettivo principale era cancellare quella macchia nel nostro ordinamento, fare in modo che non vi fossero mai più discriminazioni. Il provvedimento non entra affatto in contrasto con il principio sancito dalla Costituzione che vuole la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna . Però il ddl mette sopra ogni cosa, com'è giusto che sia, il prevalente interesse del minore, dei figli che non devono mai subire conseguenze rispetto alle scelte dei genitori».
Si tratta, spiega la senatrice del Pdl, di «una riforma epocale, attraverso la quale desideriamo dare concreta attuazione ai principi cristallizzati negli articoli 3 e 30 della Costituzione. In una società come quella attuale in continua evoluzione, abbiamo il dovere di fornire ai minori una tutela a 360 gradi».
Secondo i dati Istat, i minori che vivono in coppie non coniugate sono 572 mila e la presenza dei figli riguarda il 49,7 per cento delle coppie non coniugate. Nel 36,4 per cento dei casi si tratta di figli di ambedue i partner, nel 6,5 per cento dei figli di uno solo dei due e nel 6,9 per cento di figli sia di uno dei partner che di ambedue.
Il ddl è stato approvato con una serie di emendamenti, tra i quali quello che prevede anche l'equiparazione delle procedure rispetto alle controversie tra i genitori e il relativo affidamento e mantenimento dei figli in caso di separazione. Tra le modifiche introdotte, rispetto al testo della Camera, c'è appunto quella che riguarda il Tribunale di competenza in caso di controversie tra i genitori e i relativi procedimenti rispetto all'affidamento e mantenimento dei figli. In via transitoria sarà quello ordinario, in vista dell'istituzione di sezioni specializzate all'interno dei tribunali sulla materia specifica: il cosiddetto «Tribunale della famiglia», già incardinato in commissione giustizia.
«I figli sono figli. Non importa da chi siano nati, se da genitori sposati o conviventi, o adulteri. Non importa neppure che siano stati adottati - conclude la raggiante Gallone -. A loro, solo a loro, e alla salvaguardia dei loro diritti, in maniera assolutamente equanime, dobbiamo pensare».

Anche, anzi soprattutto, nei momenti di crisi del nucleo familiare: sia nel caso di separazione e divorzio dei coniugi, sia nel caso di cessazione della convivenza more uxorio dei genitori non coniugati.

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