L'estate non porta con sé il solito fardello fatto di caldo e di insolite classifiche sull'andamento della calura dell'ultimo secolo o dell'aumento della benzina, guardacaso, quando la gente si muove più spesso. Accade infatti che in prossimità della stagione che più di altre dà la stura a viaggi e viaggetti, si compili anche l'insolita graduatoria del turista perfetto. E in questa insolita classifica a vincere sono i giapponesi, che si beccano un bel 10 e lode, almeno secondo Expedia che ha commissionato a giugno una ricerca di mercato strutturata su 4557 formulari, fatti compilare agli albergatori, chiamati a dare i voti ai loro clienti con un punteggio da uno a dieci dal minimo al massimo, secondo un criterio crescente.
Ebbene, dicevamo, i turisti dagli occhi a mandorla hanno ottenuto anche la lode dai loro severi esaminatori, non soltanto italiani, ma raccolti da ogni angolo del pianeta. Primi per bon ton, perfetta educazione, ordine, pulizia e tranquillità, mai arroganti, difficilmente scontenti di ciò che viene dato loro e raramente inclini alla lamentela, tanto meno al litigio. Unico neo in una pagella praticamente perfetta è quello della pigrizia nell'imparare la lingua del Paese da loro visitato o, se non altro, anche solo le parole più elementari di una spicciola e incidentale convivenza.
Al secondo posto gli inglesi, al terzo i canadesi. E gli italiani? Siamo diciannovesimi su base mondiale, non siamo apprezzatissimi nel Vecchio Continente, ma fuori dall'Europa abbiamo estimatori insospettabili che ci rivalutano e ci portano fino al decimo posto. Noi italiani insomma, siamo graditissimi ospiti in America e assai graditi in Africa. Nonostante questo però, i giudizi sul turista del Belpaese sono abbastanza convergenti: veraci, solari, chiacchieroni, gli italiani fuori dai confini di casa si distinguono subito per il gusto estetico nell'accoppiamento di vestiti, colori, marchi alla moda abbinando sapientemente scarpe, cinture e accessori di ogni tipo. Peccato però per la loro chiassosità, gli italiani si fanno riconoscere per il volume della loro voce, per la capacità di far gazzarra ovunque e, perché no, hanno qualcosa in comune con i giapponesi: non amano spiccicare due parole in croce nella lingua del luogo. Insomma non saranno portati verso gli idiomi stranieri, ma sono anche pigri assai. E poi, sarà la crisi, ma gli italiani appaiono tirchietti non poco.
Sempre meglio dei francesi, tuttavia. I nostri cugini d'Oltralpe sono bocciati con un sonante 27esimo posto che li precipita nelle zone basse della graduatoria del turista ok. Polemici, sempre insoddisfatti, scortesi, taccagni nel concedere mance e ostinati a parlare la lingua della grandeur. Insomma i francesini proprio non piacciono a nessuno.
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