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I giovani 2.0 riscoprono il valore del risparmio

«Giovani e futuro». Impegnativo e sfidante il titolo che l'Ipsos ha dato a una ricerca commissionata dal gruppo Intesa Sanpaolo. Perché il futuro, così com'è percepito, sarà per i figli molto diverso rispetto a quello che è stato in precedenza per i padri. Solo 4 giovani su 10 pensano infatti che vivranno meglio dei genitori, una percentuale che si è abbassata negli ultimi anni (erano 6 su dieci). I ragazzi italiani sono poi tra i più svantaggiati: rispetto ai loro coetanei dei Paesi confrontabili, vivono più a lungo con i genitori, hanno un tasso di occupazione più basso (peggio stanno soltanto i giovani greci), hanno un tasso più basso di laureati e rappresentano una percentuale più bassa della popolazione: solo 21 cittadini su 100 hanno tra i 18 e i 34 anni.

Le stime demografiche dicono che la tenenza è quella di fare meno figli, cosa che provoca un invecchiamento della popolazione, in una spirale che si annuncia come una «decrescita naturale ininterrotta». Se negli anni Settanta in Italia c'era un anziano ogni sei giovani, oggi il rapporto si è meno che dimezzato 2,7 giovani per un anziano mentre le previsioni per il 2050 dicono 1,5 giovani per un anziano. Le donne, dai due figli a testa del 1977 sono passate a 1,35 lo scorso anno.

È vero, le tecnologie sono una grande ricchezza per le nuove generazioni (che passano 24 ore alla settimana allo smartphone); ma i «millennials» sono anche dice l'Ipsos - più «oculati» nelle spese. Del resto, negli anni di crisi-post se da un lato il mondo è diventato più entusiasmante, dall'altro è percorso dai venti dell'inquietudine, dovuta anche all'alto tasso di disoccupazione.

I giovani sono più informati, più istruiti, hanno aspettative più elevate e tendono a ritardare molte decisioni impegnative, come casa, matrimonio, figli. Anche perché le risorse meno abbondanti di cui dispongono, ritardano il loro ingresso completo nell'età adulta.

Posto ciò, sebbene la fiducia nel sistema bancario sia bassa, torna la cultura del risparmio: la buona (e vecchia) abitudine di accantonare per spese ed emergenze future. Tanto che i giovani non rinunciano alla banca, e il primo conto corrente si apre mediamente a 18 anni e già dai 7 anni i genitori attivano per i figli il primo prodotto di accumulo.

I giovani risparmiano, inoltre, più del resto della popolazione. Alla prima banca si resta legati a lungo, e se la si cambia è sovente in occasione dell'acquisto della prima casa. Oggi i giovani clienti di Intesa Sanpaolo sono 1,7 milioni, 8,3 milioni quelli clienti di tutte le altre banche del nostro Paese.

PStef

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