RomaPdl fuori, Polverini in bilico. La giornata di ieri dà questi responsi sul pasticcio delle liste del centrodestra nel Lazio: la Corte dAppello respinge il ricorso del partito contro la non ammissione della lista provinciale di Roma alle prossime Regionali. Nessuna notizia - attesa forse per oggi - sul listino Polverini, quello del premio di maggioranza senza il quale viene a cadere la candidatura dellex sindacalista.
Responsi parziali, parzialissimi; ma che non alleggeriscono certo laria in via dellUmiltà, dove oggi è previsto un vertice tra il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e i parlamentari del Pdl eletti nel Lazio, al quale parteciperà anche Renata Polverini. Alle 17 in piazza Farnese, dove da giorni è in corso una maratona oratoria, ci sarà anche la prova di forza del primo partito italiano, con una manifestazione alla quale sono convocati tutti: generali, colonnelli e truppa per il diritto di voto del popolo del centrodestra.
E la candidata in bilico? Lei, ormai, dopo giorni di sbandamento, la sua linea di condotta lha trovata. Riassunta in tre parole: «Io-vado-avanti». Polverini, insomma, insiste. Si dice fiduciosa nei giudici amministrativi. Ritrova perfino un mezzo sorriso quando in piazza Farnese la folla lacclama con un pruriginoso: «Faccela vota, faccela vota!». Altro mezzo sorriso quando scompare dallorizzonte lennesima nuvola, la voce che vorrebbe anche la sua lista civica coinvolta nei pasticci. «La Lista civica Polverini è stata ammessa senza riserva nelle cinque province del Lazio, dunque anche a Roma», sgombera il campo la capolista a Roma Mariella Zezza.
Quisquilie. La notizia importante arriva a metà pomeriggio. Ed è brutta, davvero. La dà il coordinatore regionale del Pdl laziale, Vincenzo Piso, con aria lugubre: «La lista Pdl Roma è fuori dalle elezioni. Il ricorso è stato respinto dalla Corte dAppello». Altro clima nella sede dei radicali, dove è in corso una conferenza stampa. Qui scatta anche un applauso («disgustoso», commenterà Francesco Storace della Destra). Pochi minuti dopo arriva la motivazione: «Dagli atti a disposizione della Corte dAppello - fanno sapere i giudici di via Varisco - è emerso che alle 12 non cera nessuno del Pdl in sala e che alle 12.30 tutto è stato chiuso». La Corte avrebbe esaminato tutti gli elementi compresi i verbali delle forze dellordine che attesterebbero il ritardo.
Ricostruzione che non convince Ignazio Abrignani, responsabile dellufficio elettorale del Pdl: «Anche se il provvedimento conferma la presenza dei delegati del Pdl negli uffici preposti nei tempi previsti dalla legge, non risponde però in alcun modo alla principale lesione subita dal nostro partito, ossia laver impedito ai nostri delegati la presentazione della lista, atto dovuto per legge, in base alla normativa elettorale e oggetto della nostra denuncia penale». Insomma, per Abrignani «la ricostruzione contenuta nellatto di rigetto del nostro ricorso alla Corte dAppello è assolutamente contraddittoria e sarà uno dei motivi dellimmediato ricorso al Tar del Lazio». Ricorso che sarà depositato oggi (giorno dellinaugurazione dellanno giudiziario nel tribunale amministrativo). Il procedimento dovrebbe avere tempi rapidi: nel ricorso verrà chiesta una cautelare provvisoria e ciò comporterà una decisione durgenza del Tar in composizione monocratica. Dopo questa prima fase sarà fissata ludienza collegiale, forse ad hoc. Tutta la faccenda, incluso leventuale ricorso al Consiglio di Stato, dovrà risolversi entro il 13 marzo, data della pubblicazione dei manifesti elettorali.
Respinto ieri dalla Corte dAppello anche il ricorso dellUdeur contro lesclusione della lista provinciale: «Una prima volta - si legge in una polemica nota del partito di Clemente Mastella - ci hanno detto che le firme utili erano 829 contro 200. Allimprovviso le firme sono aumentate a 1981 e ne mancherebbero 19». Anche lUdeur ha annunciato ricorso al Tar. Il pasticcio continua.
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