I giudici di Londra contro i genitori: «Vostro figlio malato deve morire» Respinto l’appello per tenere in vita un piccolo di 9 mesi affetto da una rara malattia. E i medici staccano la spina. Mamma e papà: «Si poteva salvare»

LondraÈ bastato staccare il ventilatore che lo teneva in vita è «baby OT» se n'è andato in un soffio. Alla fine, quanto doveva vivere l'hanno deciso i medici dell'ospedale che lo curava e i giudici che hanno dato loro ragione nonostante il parere contrario dei genitori. La loro identità non è stata svelata perché collegata ad un procedimento legale, per questo la famiglia coinvolta in questa storia senza lieto fine è stata chiamata dai media inglesi «famiglia OT». Il loro è un dramma vissuto in precedenza da molti altri. La coppia aveva un figlio di nove mesi, affetto da una rara patologia metabolica che presentava dei gravissimi danni cerebrali e insufficienza respiratoria.
«Bay OT» non era in grado di respirare autonomamente ed ha quindi vissuto per tutta la sua breve vita attaccato ad una macchina. Dopo numerosi esami e discussioni I medici dell'ospedale che l'aveva in cura avevano deciso che era meglio staccare la spina, lasciarlo andare, evitandogli altri mesi di sofferenza. I genitori però si erano opposti e così il caso era finito davanti al tribunale dell'Alta Corte che aveva però respinto l'appello della famiglia del piccolo. E ieri , subito dopo la decisione del giudice, al bimbo è stato tolto il ventilatore che gli aveva permesso di sopravvivere fino ad ora. «È morto in pace - hanno fatto sapere i genitori che si sono detti "profondamente stressati" dalla sentenza del tribunale - ci mancherà moltissimo e vorremmo dire che siamo orgogliosi di aver conosciuto il nostro splendido figlio durante la sua breve vita». Una vita che secondo la coppia valeva la pena salvare. «Durante il poco tempo trascorso con noi - hanno raccontato - OT era diventato il centro delle nostre vite. Eravamo lì anche nei suoi ultimo momenti, insieme alla sua famiglia allargata». Addolorate anche le infermiere: «Nonostante le sue gravi condizioni, quel bambino sembrava reagire agli stimoli esterni».
I medici che se ne sono occupati a lungo hanno spiegato che la vita del piccolo era intollerabile e il tipo di disabilità era tale che la sua esistenza aveva poche possibilità. I genitori non sono mai stati di questo avviso. Prima che il bimbo morisse hanno dichiarato che il piccolo ha potuto sperimentare sensazioni di piacere e ha trascorso lunghi periodi di tempo rilassato e libero dal dolore. Dopo dieci giorni di audizioni l'alta Corte ha concesso ai medici e all'ospedale il potere di staccare la macchina a cui il piccolo era attaccato e il giorno seguente due Corti hanno respinto l'appello dei genitori contro la decisione dei giudici. La famiglia del bambino ha preferito attendere fuori dall'aula la decisione finale.
«Il mio cuore è con questi genitori, ma anche con il team medico dell'ospedale - ha dichiarato ieri alla Bbc il professore Sam Leinster della scuola di medicina dell'Università dell'East Anglia - la corte è incaricata di valutare tutte le prove del caso. Si crede a volte che la medicina abbia una risposta per ogni cosa, ma sfortunatamente ci sono delle occasioni in cui la medicina non può fare nulla». Il caso di baby OT non è un caso isolato. Nel novembre del 2008 nel Galles, morì una bimba di sei anni, Amber Hartland, ancor prima che la famiglia potesse presentare il suo caso all'Alta Corte. La piccola Sophia soffriva di una patologia incurabile che l'aveva lasciata completamente paralizzata. I dottori avevano avvertito la famiglia che non l'avrebbero più rianimata se fosse intervenuta l'ennesima crisi respiratoria.

Un altro giudice decise che i medici non erano obbligati a rianimare la piccola Charlotte Wyatt, nata prematura con gravi danni cerebrali. Charlotte fu lasciata morire pochi mesi dopo, grazie ad un’ordinanza emessa in seguito ad un'udienza straordinaria fissata dopo che le sue condizioni erano ulteriormente peggiorate.

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