I gold-buster cercano fortune in spiaggia

Appena cala la sera loro scendono in spiaggia. Metal detector e zaino in spalla, vanno a caccia di monete, gioielli, orologi perduti dai bagnanti. Non solo. Siamo ad Anzio, luogo del celebre sbarco degli alleati durante l’ultimo conflitto mondiale. È qui che i soldati americani si sono dati battaglia per settimane con i giovani parà del comandante Sala prima di giungere a Roma. Molti cercatori della zona hanno cominciato a fare i “gold buster” cercando di ripulire il litorale da ordigni inesplosi. Poi, quando il mercato dei collezionisti ha preso il sopravvento, si sono specializzati in materiale bellico da rivendere agli appassionati. Ovviamente a peso d’oro: un elmetto tedesco si riesce a piazzare a centinaia di euro. Massimiliano, 59 anni, da 35 insegue il grande sogno di trovare il “tesoro”, una cassetta in legno pregiato da campo in dotazione agli ufficiali della Us Navy, piena zeppa di strumenti di precisione. Roba da camparci di rendita per qualche anno. «In un quarto di secolo ne abbiamo trovate due verso Torre Astura - racconta a il Giornale mentre setaccia la spiaggia di fronte alla villa neroniana -. Ero con mio fratello: siamo riusciti a piazzarle bene, all’epoca le abbiamo cedute per una decina di milioni di lire. In genere all’interno di questi “forzieri” ci si trova un cronometro da tavolo prodotto dalla Hamilton tra il 1942 e il ’45 per i graduati. Solo quello può raggiungere quotazioni da capogiro, poi bussole, sestanti, strumenti vari per calcolare la rotta e persino i crono da tasca per i bombardieri realizzati con l’hacking function, ovvero la sincronizzazione dei secondi per i piloti della stessa squadriglia prima del decollo. In uno c’erano lettere d’amore scritte dal proprietario alla fidanzata, fotografie, pacchetti di sigarette, dollari».
C'è chi lo fa solo per passione, per ingannare il tempo, magari portandosi a casa qualche ricordino. Da 15 anni esiste anche un’associazione sportiva che organizza gare di ricerca all’ultima moneta. Finta, ovviamente. Da Cervia alle spiagge laziali ogni posto è buono per allenarsi sotterrando fiches di metallo da recuperare battendo gli avversari sul tempo. Per partecipare alla sfida, oltre all’iscrizione, basta un investimento di 1000 euro per acquistare un metal detector di media precisione. Se per molti è solo una passione, per altri è un lavoro. Dopo Ferragosto, soprattutto sugli arenili pubblici, i “gold buster” si riuniscono a decine per riportare alla luce gli spiccioli abbandonati sulla sabbia. E poi «c’è sempre un idiota che fa il bagno con il Rolex al polso» citando il film da “Zero a Cento” dove un improbabile cercatore setaccia la battigia di Rimini. Vale a dire, la fortuna (per i cercatori) è sempre dietro l’angolo. Una nuova tendenza in linea con la crisi. Per chi non crede l’invito è quello di farsi una passeggiata al tramonto a Capocotta o a Castelporziano al termine della stagione balneare, meglio se la giornata è ventosa. Oppure aspettare la fine di un violento temporale per trovarne qualcuno all’opera. I ferri del mestiere? Un cercametalli (meglio se a ultrasuoni digitale) in grado di individuare sotto la sabbia monili d’oro e d’argento. Cuffie alle orecchie collegate al rilevatore per ascoltare i segnali emessi: di bassa intensità per il ferro, medi per anelli e fascette o medagliette, acuti per oggetti ben più appetitosi come bracciali e catenine.

Il periodo migliore è tra settembre e i primi di ottobre, quando i fondi sabbiosi di Castelporziano, Torvaianica e, soprattutto, di Fregene, hanno fatto “incetta” di preziosi d’ogni forma e dimensione.
yuri9206@libero.it

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