I grandi scienziati? Fanno miracoli da piccolo chimico

Come la chimica cambierà ancora il nostro modo di vivere? Mai come di questi tempi è appropriato porci tale domanda. Il 2011 è infatti stato proclamato dall'Onu quale anno internazionale della chimica. Un'occasione per fermarci e riflettere su dove stiamo andando. E dare uno sguardo alle scoperte più curiose degli ultimi mesi.

IL GENE DEL GENIO
Se un premio Nobel ci mette la faccia, il minimo che si può fare è ascoltarlo. Ecco perché l'esperimento annunciato alla fine del 2010 da Luc Montagnier (premio Nobel per la medicina 2008) ha scatenato un vero e proprio uragano nella comunità scientifica. Di che si tratta? Secondo Montagnier, il Dna avrebbe la capacità di inviare una sorta di impronta elettromagnetica di se stesso a fluidi e cellule, usando la struttura dell'acqua come medium. Non solo, grazie a queste proprietà, alcuni enzimi sarebbero poi in grado di riprodurre copie del Dna originale partendo da questa impronta. In pratica, stiamo parlando di teletrasporto quantistico da un luogo a un altro degli stessi geni. Roba da Star Trek. Ma per molti scienziati il sogno di vederci teletrasportati è ancora utopia. Infatti l'esperimento del premio Nobel francese non sarebbe supportato da una quantità di dati affidabile. Montagnier in tutta risposta ha replicato che renderà noti altri elementi della sua scoperta quando le riviste scientifiche gli daranno il loro riconoscimento ufficiale. Noi stiamo ancora aspettando.

SE LA LUCE FA MIRACOLI…
D'ora in poi un graffio sullo schermo del vostro telefonino potrebbe non essere un dramma. Tutto merito di una plastica speciale in grado di ripararsi da sola, con la semplice esposizione a lampade a luce ultravioletta. A produrla per una ricerca pubblicata in primavera su Nature sono stati l'Istituto Adolphe Merkle dell'Università di Friburgo, la Case Western University di Cleveland (Ohio) e il centro di ricerche sui materiali dell'US Army di Aberdeen (Maryland). L'applicazione di questo nuovo materiale (figlio dei Polimeri metallici supramolecolari) potrebbe riguardare ogni schermo tattile e più in generale tutti gli oggetti di uso corrente fatti di plastica che si graffiano facilmente.

BENEDETTE BUCCE DI BANANA!
Dal Brasile arriva invece una scoperta davvero curiosa: le bucce di banana potrebbero giocare un ruolo fondamentale contro la contaminazione dell'acqua da parte di metalli pesanti come il rame e il piombo. Secondo la dottoressa Milena Boniolo dell'Università Federale di São Carlos, basta lasciare asciugare al sole le bucce per una settimana, quindi ridurle in polvere finissima e versarla in acqua. Al resto ci pensa la chimica: i granuli di banana sono infatti carichi negativamente, il che fa sì che attraggano i metalli pesanti, carichi positivamente. La scoperta pare pure economicamente sostenibile. Per purificare un litro d'acqua occorrono solo 50 microgrammi di polvere. E in 40 minuti si «pulisce» ben il 65% delle acque.

L'HIGH TECH ANTI MAREA NERA
A proposito di acque, anche Barack Obama ormai sa tutto del magico tessuto non tessuto (Tnt) OilGuard. Un idro-oleorepellente, prodotto dalla chimica svizzera HeiQ e testato nel Golfo del Messico nei mesi successivi al disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon con risultati sorprendenti. In pratica il tessuto è in grado di separare il petrolio dall'acqua. Certo, non è una panacea di tutti i mali. E in casi di catastrofi ambientali di enormi dimensioni il suo utilizzo può dare benefici marginali. Ma se anche Greenpeace ne sponsorizza l'utilizzo lungo le coste per preservare l'industria turistica e la qualità delle spiagge, qualcosa di buono c'è sicuramente.

LA VIDEOCAMERA CHIMICA
Le scene del crimine non saranno mai più le stesse. La promessa arriva da due ricercatori americani dell'Università del South Carolina, Stephen Morgan e Michael Myrick, che avrebbero ideato una videocamera in grado di vedere all'istante ogni piccola particella di sangue, specie quello non visibile a occhio nudo.

Il suo funzionamento si basa sull'uso di «pulsazioni» infrarosse passate attraverso uno speciale filtro di albumina. In questo modo le tracce di sangue vengono isolate dagli altri elementi presenti sulla scena del delitto.

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