I «lombardi» conquistano Verona

da Verona
Se non è la regina del Vinitaly, poco ci manca. Intanto la sistemazione: il Palaexpo, dove sono esposti i vini della Lombardia, è di gran lunga il padiglione più comodo e più razionale, l’unico con sala stampa annessa e poi la numerosa affluenza dei visitatori, molti quelli stranieri, dimostrano il gradimento diffuso per prodotti, che hanno ormai raggiunto livelli di eccellenza assoluta.
Difficile muoversi fra gli oltre duecento produttori presenti senza dimenticarsene qualcuno, visto che tutti espongono grandi bottiglie frutto di un paziente lavoro in vigna e in cantina. Partiamo dall’Oltrepo, dove Travaglino presenta una bella novità: un pinot nero «giovane», il Pernero 2005, di buona struttura e di «beva» gradevolissima, ideale per l’imminente stagione calda. Il neonato si affianca al pinot «maturo» Poggio della Buttinera 2002, uno dei migliori di tutto il territorio.
I fratelli Rossetti, titolari della «Costaiola» in quel di Montebello, presentano il loro delizioso «Trasparenze», pinot nero vinificato in bianco. Seguono la croatina «Massona» 2005 e la barbera vivace «Padron», due vini dal profumo idilliaco e con un encomiabile rapporto prezzo/qualità. Al vertice dell’azienda resta, parere personale, l’«Auriga» 2001, una barbera maestosa per forza ed eleganza. Non si dorme nemmeno in Valcalepio: dopo aver offerto un superbo gelato al moscato di Scanzo nella prima giornata, Tallarini presenta il suo Brut, l’ottimo «Arlecchino bianco» 2005 passato in acciaio e «Le Antiche mole» in versione bianca e rossa.
Passando alla provincia di Brescia non si può non citare «La Spia d’Italia» di Andrea Guetta con il suo splendido tocai tardivo «Gefide». Grandi fermenti anche in Franciacorta. Barone Pizzini mostra con orgoglio il «Satèn» 2002, primo vino locale con certificazione biologica. Dai possedimenti nelle Marche arriva il «Verdicchio» anche lui biologico, e il Passito, mentre in Toscana l’azienda di Timoline produce il «Rosso dei poderi»; sangiovese all’85 per cento con aggiunta di merlot e alicante.
Il Mosnel dei fratelli Barzanò vi farà assaggiare i suoi vini accompagnandoli con culatello doc: inebriante il «Satèn» 2001, vero simbolo della cantina, di grande personalità il Millesimato 2000 e sorprendente il Rosè 2002, ultimo nato della famiglia. Dalle costole di Berlucchi è nata tempo fa l’Antica Fratta, a Monticelli Brusati, deliziosa azienda a cui la vulcanica Cristina Ziliani dedica cure amorose. Spumanti di nicchia ma di grande qualità e spessore: provate il Millesimato 2001, il Rosè, il Satèn, e il Terre di Franciacorta 2005 e il vostro palato gioirà. Alta qualità anche da «La Montina» che propone, tra l’altro, il pluripremiato millesimato Brut 2001, il Stèn 2002 e il Bianco Rubinia 2003.

Un salto lo merita l’azienda «Ricchi» situata nelle colline moreniche del mantovano: il «Ribot» 2003, a base di cabernet e sauvignon, stupisce per i sentori speziati ai frutti di bosco. Notevoli anche il «Carpino» 2002 e il «Meridiana» 2004, uno chardonnay a cui un breve passaggio in barrique dona grazia e soavità.

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