«I miei

«I miei

Non lo direbbe mai, essendo un vecchio gentleman, ma se qualcuno gli dovesse chiedere «Cos’è la poesia», Nicola Crocetti è l’unico che potrebbe permettersi di rispondere: «Sono io».
Sangue greco, eleganza italiana, studi americani, scelta di vita milanese, un lavoro da giornalista - al Giornale, arrivato 33 anni fa, con Montanelli - e una passione per la letteratura, Nicola Crocetti è uno dei pochi che, nella vita, può dire di avere svoltato. Lo fece, imboccando una strada lastricata di versi, vent’anni fa: gennaio 1987, il giorno che uscì il primo numero della sua rivista, Poesia. Un nome semplicissimo, che da allora fa rima con successo. Quando apparve nelle edicole questo curioso «mensile di cultura poetica» con in copertina foto di strani compassati signori con la faccia da intellettuali, il mondo degli intellettuali italiani lo sdegnò con sorrisi di sufficienza. «Figurati, chi si compra una rivista di poesia?».
Il primo numero lo comprarono in diecimila, il secondo in venti, il terzo in trentamila. Oggi, con una tiratura media di 20mila copie e picchi di 50mila, è la rivista poetica più diffusa e autorevole d’Europa. Da quel lontano gennaio a oggi, Crocetti ha pubblicato oltre duemila poeti da Los Angeles all’Australia, tra i quali 37 premi Nobel, più di 25mila poesie, migliaia di foto, articoli, recensioni. «Erano anni che avevo in mente di stampare una rivista del genere, da quando aprii la mia casa editrice, nell’81. Però volevo qualcosa che fosse l’esatto opposto di tutte le riviste allora esistenti, quelle formato libro, contenuti paludati, taglio accademico e a diffusione limitata. Così mi inventai un formato magazine, articoli comprensibili a tutti, foto per “guardare in faccia” i poeti - prima la gente al massimo riconosceva Montale - e soprattutto una diffusione “di massa”. Cioè la distribuzione in edicola. Era la condizione necessaria per farsi leggere e per vendere».
Crocetti riuscì in entrambe le cose. Deciso a parlare agli amanti della poesia e non solo agli specialisti, questo riservato editore, educato fin dalla nascita - a Patrasso, nel 1940 - al piacere dell’arte e della bellezza, non ha mai sottovalutato il potere del linguaggio (post)moderno. Alla fine degli anni ’80 commissionò uno spot pubblicitario della rivista da trasmettere sulle reti Mediaset. Triplicò le vendite. Lo slogan - una voce fuori campo su due ragazzi che leggevano silenziosi - era: «Forse manca qualcosa nella nostra vita. Poesia, ogni mese in edicola». Ogni mese in edicola, da vent’anni, Crocetti porta qualcosa che manca alla nostra vita. Riceve migliaia di libri, inediti, plaquette, dattiloscrtti da sconosciuti di mezza Italia e mail, buste, versi inediti e opere stampate da amici poeti di mezzo mondo. Poi legge, scarta, taglia, sceglie e impagina. Ha pubblicato tutti i grandi del suo secolo, spessissimo per la prima volta in traduzione in Italia, dando alla rivista - ecco un’altra mossa vincente - un taglio elegantemente internazionale («Se dovessi pubblicare solo grandi poeti italiani, dopo tre numeri avrei già chiuso»). Ci ha regalato i versi più belli della poesia, da Saffo a Josif Brodskij, e ci ha fatto conoscere giganti come Czeslaw Milosz, Yannis Ritsos, il suo amico Derek Walcott, l’allora carneade Adam Zagajewski oggi punta di diamante dell’Adelphi e candidato al Nobel... «In vent’anni mi sono tolto la soddisfazione di pubblicare chiunque volessi. I poeti che ritengo più grandi? Saint-John Perse, William B. Yeats, Derek Walcott e Charles Wright».
La poesia, si sa, non paga. E anche Poesia, come si può immaginare, non naviga nell’oro. È figlia e frutto prima di tutto di un sacrificio, e poi di una passione assoluta. Crocetti, da questo punto di vista, non ha mai fatto nulla per denaro. Ed è per questo che è molto più difficile dirgli grazie.


Da parte sua, Milano tenterà di farlo tra una decina di giorni, la sera del 14 gennaio, a Palazzo Reale, con una grande festa - ospiti d’onore il premio Nobel Seamus Heaney, e poi Yves Bonnefoy, Tony Harrison e Titos Patrikios - per i «Vent’anni di Poesia». La rivista di Crocetti, per l’occasione, uscirà con un numero speciale fatto di 500 poesie di tutti i tempi e di tutte le letterature “a tema”. Naturalmente, la poesia.

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