U n tempio massonico, sotterraneo, piccolo gioiello del Neoclassicismo lombardo, edificato nellOttocento dalla famiglia Batthyany e poi abbandonato nellincuria e nel degrado. Lultima trincea per difendere la Milano dellarte passa da qui: Parco di Villa Finzi, quartiere di Gorla, a pochi passi da viale Monza. Sopra una collina, allinterno di una cavità artificiale, si nasconde il Tempio della Notte, unico esempio a Milano di architettura massonica ipogea. Domani, per la prima volta, il tempio sarà aperto al pubblico (dalle 10 alle 13) in occasione del Solstizio dInverno. Liniziativa, promossa da Legambiente e dalla Scam (Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano) rientra nellambito della campagna «Salva larte» per il recupero e la valorizzazione dei beni artistici minori, poco conosciuti e per questo dimenticati. Come il Tempio della Notte, ridotto a discarica e rifugio per drogati, senza che nessuno ne sapesse lesistenza. Fino a quando, lo scorso settembre, Legambiente e la Scam non hanno smurato un ingresso al tempio, e con il contributo dei volontari e delle autorità locali coinvolte nella campagna «Puliamo il mondo», lo hanno in gran parte ripulito. «Lobiettivo è di continuare il lavoro di recupero, inserendo un programma di visite periodiche spiega Franco Beccari, responsabile di Legambiente Milano . Faremo una proposta al Comune per la valorizzazione di questo luogo, che è unico nel suo genere e per questo va tutelato». A pianta circolare, il tempio ha una struttura a doppia parete e copertura a cupola, comunicante con lesterno attraverso un oculo sommitale dal quale proviene la luce. Alla muratura interna sono addossate otto colonne in marmo bianco con capitelli di ordine corinzio. Il primo avvistamento risale al 2005, quando lo speleologo Andrea Thum della Scam notò nel Parco di Villa Finzi unapertura circolare coperta da una grata. Sopraluoghi successivi portarono alla luce una grotta, fatta di mattoni e blocchi di conglomerato, che conduceva a un tempio sotterraneo.
Da fonti storiche risulta che la grotta e il tempio furono edificati per volere del conte Antonio Giuseppe Batthyany che acquistò la proprietà nel 1829. Alla famiglia Batthyany si deve limpianto neoclassico della villa, il giardino paesaggistico, il lago, la grotta e, allinterno di una cavità artificiale un tempo utilizzata come ghiacciaia, la costruzione del Tempio della notte. «La struttura rientra in un complesso progetto architettonico, astronomico e simbolico legato alla massoneria e alla moda del giardino allinglese del XIX secolo» spiega Claudia Ninni, architetto e socia della Scam.
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