I mondiali di Al Qaida: «Il calcio? Meglio la Jihad»

Invitano i giovani a tradire il tifo per immolarsi e lanciano una Coppa dei Mujaheddin a tre gironi: «Odio, Ignominia e Orgoglio». Motobomba fa strage in un bar dell’Irak: guardavano Italia-Australia

Massimo M. Veronese

Trentaquattro minuti di immagini e senza tempi supplementari. Immagini in chiaro, il meglio dei cannonieri islamici, Bin Laden uomo Sky. E sondaggio da Processo del lunedì, in sovrimpressione, subito all’inizio: «Quale gol preferite?». A. punizione dal limite che si infila all’incrocio della porta dell’Arabia Saudita. B. mezzo blindato americano che esplode su una mina in Irak. Una bomba da fuori.
Nonostante i Mondiali di calcio siano trasmessi in 207 paesi, con l’unica eccezione del Turkmenistan, Al Qaida non li può vedere. Per questo ha spedito su Internet un video con una nuova proposta che a Blatter forse non piacerà. Un mondiale alternativo, un mondiale diverso, un mondiale esplosivo: la Coppa del mondo dei Mujaheddin, tre gironi, uno più infernale dell’altro, ribattezzati «Odio», «Ignominia» e «Orgoglio». Manca solo il «Devi morire», ma è implicito. La nuova coppa invita infatti i giovani musulmani a unirsi al Jihad e a respingere i tentativi dei media arabi di legarli all’«Occidente crociato» attraverso il tifo.
Ogni girone ha già i suoi highlight. Il primo, «Odio sionista crociato», che nulla ha a che fare con il legamento anteriore destro del ginocchio che ha messo fuori causa Owen, mostra tutta la repressione israeliana minuto per minuto, esercito contro palestinesi, falli, scorrettezze, risse. Arbitraggio ovviamente a senso unico. Poi il peggior catenaccio: i detenuti di Guantanamo, con la maglia dell’Olanda.
Il secondo, «Ignominia e umiliazione», più o meno lo stesso girone dell’Italia ai Mondiali del 1966, entra da dietro sui reality tipo Grande Fratello, diffusissimi anche nel mondo arabo, che secondo Al Qaida avrebbero come unico scopo quello di «distruggere i giovani musulmani», vittime di un «complotto estremamente pericoloso». Il terzo, «Orgoglio e fierezza», si esalta con gli attentati dell’11 settembre e con gli attacchi contro i soldati americani in Irak, qui c’è una canzone di sottofondo, le parole «infliggi il tuo atteso colpo, uccidi chi vuoi tra gli infedeli» e poi lodi a Bin Laden «che ci ha insegnato la via della fede». Chi si qualifica non finisce agli ottavi. Finisce direttamente a pezzi.
Già un paio d’anni fa lo sceicco Abdallah Al Najdi aveva lanciato una fatwa contro il calcio ripudiata dagli stessi religiosi islamici. Prevedeva: niente linee bianche, niente arbitro, niente pubblico, pali senza traverse e nerbate sui malleoli a chi grida «gol». Perché ormai sono finiti i tempi in cui Osama tifava sfegatato per l’Arsenal e si comprava i biglietti per vedere il Torino in coppa Uefa. Oggi le sue tv predicano: «In questi giorni i media arabi sono impegnati a seguire con attenzione la Coppa del mondo di calcio in modo che i giovani della nazione musulmana possano seguirli e renderli così simili ai ragazzi dell’Occidente crociato che vanno dove vogliono e fanno ciò che gli pare». Cioè un po’ quello che fa Ronaldo di solito invece di giocare per la squadra.
Boom di tifosi invece in un bar di Kharnabat, Bakuba, Irak. Una moto bomba è entrata sparata tra i tavolini e la tv accesa, uccidendo 22 persone, praticamente due squadre di calcio, e ferendone quaranta.

Stavano guardando Italia-Australia, era la mezz’ora del secondo tempo, Totti stava entrando in campo al posto di Del Piero. Non hanno fatto in tempo a vederlo mentre tira il rigore. Da queste parti ormai tira solo brutta aria...

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