I negozi costretti a chiudere: «I mondiali? Non qui»

Letizia Moratti va in difesa. Dei tifosi interisti, che sabato notte hanno festeggiato davanti ai maxischermi in piazza Duomo la vittoria in Champions League dopo 45 anni di agonia. Il giorno dopo si sono sprecate le polemiche: della Curia, della Veneranda Fabbrica, anche di assessori della giunta comunale (come Maurizio Cadeo a Paolo Massari) per una piazza trasformata in discarica, i bagni chimici e le aiuole distrutte. E l’appello quasi unanime - con i Mondiali alle porte - di proibirla e pensare ad altri luoghi dove assistere alle partite su grande schermo. Ma il sindaco questa volta dice no: «Mi dispiace, ma non capisco le parole della Curia - ha ammesso ieri -. Piazza Duomo è dei cittadini. Sabato sera c’è stata una manifestazione pacifica, una grande festa popolare. Non ci sono stati scontri e violenze, a differenza di altre manifestazioni che nei mesi precedenti, in quella stessa piazza, hanno visto insulti e anche ferimenti». Basta tornare al 25 aprile, quando il sindaco era sul palco e un camion dei centri sociali è arrivato in mezzo alla folla con fumogeni, musica ad alto volume, insulti rivolti anche ai partigiani. Se la Curia ha criticato gli eccessi dei tifosi, la risposta implicita della Moratti è che dovrà rassegnarsi, perché oltre che un simbolo religioso piazza Duomo «è il cuore di Milano ed è dei cittadini». Anche in futuro il Comune difficilmente vieterà di radunarsi lì come in un grande stadio all’aperto, né potrà blindarla se i tifosi - indipendentemente che siano milanisti o nerazzurri - vorranno festeggiare scudetto e Coppa dei campioni. Casomai, sottolinea come «per rispettare un luogo comunque sacro questa volta abbiamo aperto anche lo stadio di San Siro», dalle 2 di notte i caroselli si sono spostati in massa dal centro al Meazza. Ancora ieri invece il segretario regionale dell’Udc Luigi Baruffi ha replicato che «il fatto che piazza Duomo sia dei milanesi non giustifica lo spettacolo di inciviltà che i tifosi hanno offerto alla città e le spese che si sosterranno per ripulirla. Sarebbe opportuno trovare luoghi alternativi».
La scelta viene difesa con forza anche dall’assessore allo Sport Alan Rizzi, che assicura: «Se potremo proiettare le partite dei Mondiali, lo rifaremo ancora lì». C’è un grande se, appunto. La Rai che ha i diritti tv non ha ancora concesso alle amministrazioni il permesso di trasmettere le sfide nelle piazze italiane, «ci stiamo già adoperando» assicura. Ma «è quasi impensabile vietare il cuore della città» ai milanesi quando esplode la festa. Se l’avessimo proibita, ci sarebbe stata la rivolta dei tifosi, l’avrebbero invasa. Sarebbero venuti comunque in centomila con la radiolina, queste cose le regolano i cittadini». Per organizzare al meglio la giornata, «ci siamo confrontati anche con la Curia, abbiamo installato due schermi per proteggere il sagrato alto». E per la questura «è stato più facile controllare una sola piazza, anche se abbiamo aggiunto anche all’Arena e piazza Duca d’Aosta». Non risparmia un attacco ai colleghi assessori Paolo Massari (Ambiente) e Maurizio Cadeo (Arredo urbano): il primo ha criticato la sporcizia lasciata dai tifosi, il secondo ha sostenuto che bisogna pensare ad altri luoghi.

«Chi ha delle alternative le proponga - afferma -, non basta criticare. E devono essere lontane dalle case». Una bella notizia agli interisti: presto potranno toccare con mano la Coppa, «la esporremo a Palazzo Marino e inviteremo la squadra» ha anticipato il sindaco.

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