Sarà forse perché lultima vera diva in carne ed ossa ci ha lasciato. E sarà perché non ci sarà più nessuna, come Liz Taylor, a impratire lordine di far iniziare il suo funerale 15 minuti dopo: «Voglio arrivare tardi anche lì». Sarà dunque perché solo lei è stata così grandiosa e appunto irripetibile, ma ecco che là dove una volta ci si accalcava per vedere i Beatles, ci si strappava i capelli per Michael Jackson oppure ci si nascondeva nei cespugli per beccare George Clooney in motocicletta, ecco allora che adesso lì si fa la coda. E la si fa per un oggetto.
Lultima frontiera del divismo insomma ha superato i confini della fantascienza: «Siamo stremati ma andiamo avanti» annunciava fiero ieri a Roma uno dei blogger appostati davanti allApple Store in attesa delle fatidiche 5 del pomeriggio. E con lui cerano centinaia di persone che sognavano il momento di poter abbracciare lui: non il blogger in questione, ma il nuovo iPad. Certo, facile fare gli spiritosi, se per per provarlo si ha una corsia preferenziale, però in effetti è il momento storico che fa pensare: è tecnologia va bene, ma sembra quasi un rapporto carnale. Effetti di allucinazione collettiva o solo sano consumismo? Forse una via di mezzo. A Roma come a Milano, come daltronde nel resto dEuropa le scene erano più o meno le stesse, la corsa per essere il numero uno del negozio è partita con parecchie ore danticipo - anche 24 - e tv e flash dei fotografi erano pronti a immortalare il momento. In una giornata in cui, tra laltro, il mondo della tecnologia ha registrato larrivo si un altro nuovo mito, la Nintendo 3Ds, che ha scatenato la caccia allacquisto fin dalle prime luci dellalba, così comera successo in Giappone il giorno del lancio: 400mila pezzi allora bruciati in poche ore.
Così, a questo punto, la domanda è: siamo tutti impazziti? Se lo chiedevano sui forum che aggiornavano la situazione in tempo reale, alcune persone al di fuori della mischia e della coda. In pratica: «Perchè sprecare tempo per qualcosa che puoi avere tra un mese allo stesso prezzo e magari già migliorato?». La risposta è semplice: perché non ci sono più i divi di una volta. Ovvero, da quando un ingenere inglese ha teorizzato che i computer sono sexy, lazienda che lo ha assunto ha fatto di questo principio una questione di mercato. E soprattutto il culto della nuova generazione. Grazie a Jonathan Ive e alla Apple insomma, uniPad oggi è più bello dellAlain Delon di ieri e una console in tre dimensioni più affascinante di Nicole Kidman. E per questo la gente si mette in coda per mettere le mani su un oggetto che diventerà una scarica ormonale una volta acquistato.
Tutto tamente vero che lo ha capito anche una come la cantante Britney Spears, che a soli 29 anni (quasi tutti di eccessi) ha deciso di cambiare vita: «Diventerò una mamma a tempo pieno per i miei due figli. Certo, mi mancheranno i miei fan, ma non è più tempo di divismo. Rende le persone infelici». Vero. Ma più precisamente, di questi tempi, rende le aziende più ricche.
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