I paladini dei diritti (propri) fanno saltare il convegno

Sono entrati nell’Auditorium Montale del Carlo Felice, dove si stava svolgendo il convegno appendendo striscioni di protesta. Alla fine sono anche riusciti a impedire ai relatori di parlare. Così si è trasformata in un atto di forza quella che sembrava un’invasione pacifica, con conseguente sospensione dei lavori, ieri al convegno dell’Inail sugli infortuni e le malattie professionali in Liguria. Duecento lavoratori genovesi protestavano per la revoca del riconoscimento dell’esposizione all’amianto. Tra i manifestanti, che prima di entrare nell’auditorium hanno dato vita a un presidio in piazza De Ferrari, alcune delegazioni dei lavoratori di Ansaldo, Fincantieri ed Ilva. «Siamo qui per richiamare l’attenzione della città, delle forze politiche e delle istituzioni su una situazione molto grave dal punto di vista delle tensioni sociali e dell’ordine pubblico - ha spiegato Antonio Perziano della Cgil - Si tratta di centinaia di lavoratori molti dei quali già in cassa integrazione a cui viene tolto un diritto. Un diritto che non era stato regalato ma che dovrebbe essere riconosciuto loro per aver lavorato in un ambiente dove l’amianto si è respirato ed è stato utilizzato per le lavorazioni».
«Questa irruzione è stata una sorpresa anche se conosciamo bene il livello di tensione che c’è sulla problematica a livello cittadino - ha sottolineato il direttore regionale dell’Inail Raimondo Lino - La nostra posizione è quella di un ente pubblico che ha l’obbligo di tutelare gli interessi dei lavoratori infortunati o che hanno diritti da fare valere ma ovviamente questa difesa di interessi bisogna farla secondo quelli che sono i vincoli imposti dalla legge e con il massimo rispetto di quelle che sono le indicazioni normative a tutela dei diritti dei lavoratori». I manifestanti, dopo aver occupato il palco dove sarebbero dovuti intervenire i relatori hanno appeso diversi striscioni come quelli con scritto «Amianto, la legge è uguale per tutti?» e «Genova triste primato: per i morti per malattie professionali».
«Ci è stato impedito di affrontare problemi che interessano direttamente i lavoratori - spiega Raimondo Lino, direttore regionale dell’Inail - In questo convegno infatti avremmo posto l’attenzione sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, anche quelle legate all’amianto.

Poteva essere un momento importante per trarre delle conclusioni ed orientare la nostra azione nel futuro perché, oltre all’Inail, al convegno partecipavano diversi soggetti istituzionali e le stesse forze sociali», ha concluso il direttore.

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