Roma

I paradisi floreali aprono i cancelli

C’è da perdersi. Così diceva il protagonista di uno spot televisivo, con marcata inflessione emiliana. La frase torna in mente percorrendo i cinque chilometri di ingresso al giardino di proprietà del principe Carlo Caracciolo. È la tenuta di Torrecchia, 650 ettari di boschi e prati non lontano da Cisterna di Latina, uno tra i fiori all’occhiello della manifestazione «Giardini nascosti», ideata e organizzata per il secondo anno da Beatrice Rebecchini con Alfa international. Da oggi al primo luglio, i cancelli di undici tra i più bei giardini storici del Lazio si apriranno al pubblico (in alcuni casi, per la prima volta) e, con l’ausilio di guide esperte, sarà possibile scoprire bellezze paesaggistiche e architettoniche solitamente inaccessibili. Tra i monti Albani, Lepini e Ausoni, in piena pianura pontina, ecco la tenuta di Torrecchia. Oltre alla parte destinata ad azienda agricola e a quella, ampia, lasciata allo stato naturale, troviamo l’hortus vero e proprio, due ettari di paradiso che circondano un granaio del Seicento trasformato da Gae Aulenti nella dimora dei proprietari. Racchiuso da mura duecentesche, il giardino mostra le caratteristiche codificate da Russell Page e in particolare la gradualità nel passaggio tra le varie «stanze», sezioni che quasi sfumano le une nelle altre. Dal giardino classico, con bossi e aiuole regolari, si passa alla parte moderno-romantica, dove si ammirano piante di rara bellezza quali la cianotis (il nome si lega al colore azzurro), la davidia o «albero del fazzoletto» (per la forma dei fiori, che sbocciano per la prima volta dopo 15 anni), la bignonia ricasoliana, pianta dai fiori tubulari che ricopre le rovine del XIII secolo. Inoltre, l’inebriante percorso continua incontrando la banksia, rosa senza spine, e la rosa cinese dalla fioritura continua, l’iris della sposa, la giacaranda, piantata da Caracciolo in persona (e Giacaranda è il nome di sua figlia), le canfore profumate e dal verde intenso, i liburni, i lecci, le ninfee dello stagno. Acquistata nel 1397 dalla famiglia Conti e passata poi ai Salviati, la tenuta diventa di proprietà Borghese nel 1618, con Torrecchia e Norma. Nel 1908 passa alla famiglia Sbardella, da cui Caracciolo la acquista negli anni Novanta. Mai aperta al pubblico, si potrà visitare il 19 aprile, il 3 e 24 maggio. Le altre visite, in programma ogni sabato e domenica per 12 fine settimana, riguardano: giardino di Ninfa (Cisterna di Latina), gestito dalla Fondazione Caetani; Castello Massimo ad Arsoli, dell’omonima famiglia, in posizione suggestiva, a strapiombo tra il paese e il parco; Oasi di Porto, a Fiumicino; giardino delle rose di Valleranello, annoverato tra i quattro roseti più belli d’Italia; giardino Presti a Frigoria; giardino La Cannara a Marta (Viterbo); giardino di Castello Ruspoli a Vignanello (Vt); giardino medioevale di Castello Orsini a Vasanello (Vt); Villa Lina a Ronciglione (Vt); Hortus Unicorni a Vetriolo (Vt). Alle visite guidate si accompagneranno degustazioni di prodotti tipici.
Per informazioni e prenotazioni: 06.

32282203/04.

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