Via i politicanti dalle liste, sì alla stretta

Il consiglio comunale vota il bilancio con un occhio rivolto alla campagna elettorale e alle nuove regole sulle candidature in arrivo nel Pdl. Mario Mantovani, neo coordinatore regionale del partito, ha annunciato che verrà predisposto un modulo di autocertificazione in cui il candidato dovrà assicurare di avere un’attività lavorativa e di non svolgere attività legate a Palazzo Marino. Le norme sono in via di definizione, Mantovani e la vice Viviana Beccalossi sono al lavoro, e l’intenzione è «mettere a punto un testo condiviso». Tra gli obiettivi evitare il proliferare di coloro che chiedono nomine e incarichi perché non riescono a mantenersi con i gettoni previsti da Palazzo Marino (circa mille euro al mese).
La proposta raccoglie ampi consensi tra i vertici del Pdl in consiglio. «È giusto che i nostri consiglieri abbiano una propria autonomia e un proprio lavoro. Condivido pienamente la proposta di Mantovani. Forza Italia è nata per valorizzare la società civile e deve mantenere questa caratteristica» sostiene Giulio Gallera, capogruppo del Pdl in consiglio comunale.
Gallera chiede però un adeguato compenso per coloro che si dedicano alla politica: «Dobbiamo riconoscere qualche cosa a chi lavora come consigliere. Nella carta delle autonomie è prevista un’indennita, che io ipotizzo tra i 1500 e i 2mila euro, dal momento che i gettoni che riceviamo attualmente non ci consentono di arrivare a mille euro. Detto questo, poiché nessuno vive a Milano con quella somma, bisogna avere un’attività propria». Non si rischia di escludere i meno abbienti? gallera nega: «Io stesso ero praticante avvocato quando ho iniziato a far politica. Il problema sono coloro che interpretano il consiglio comunale come un luogo da cui ottenere lo stipendio. In questo modo si rischia di anteporre il bisogno economico alla passione e alle idealità».
I candidati firmano già una lettera in cui assicurano di non avere conflitti di interesse con l’attività del Comune, ma l’idea generale è che sia bene ribadirlo. Marco Osnato, vicecoordinatore cittadino del Pdl e consigliere ex An, spiega di essere d’accordo: «Mi sono più volte dichiarato favorevole durante le riunioni di partito: è fondamentale poter fare politica in totale autonomia». Osnato sottolinea anche il bisogno di riconoscimento dei consiglieri: «Bisogna dire che quando trascorri molte notti in consiglio comunale trovare un lavoro normale è difficile... È da quindici mesi che abbiamo praticamente una seduta di consiglio al giorno e spesso andiamo anche in convocazione notturna». Una situazione straordinaria ma di cui tener conto, perché se qualcuno svolge un’attività professionale in proprio può rimanere penalizzata dall’attività politica. «Io sono dipendente dell’Aler - spiega osnato - ma per chi lavora per un’azienda privata può risultare difficile giustificare impegni in consiglio da quindici mesi tutti i giorni».
Giovanni Terzi approva. «Credo che il nuovo coordinatore si stia muovendo in modo ottimo e che abbia proposto una soluzione molto giusta e corretta».

Il capodelegazione degli assessori del pdl spiega che sono molto pochi i casi in cui la regola non vale, ovvero quando l’attività per il partito diventa a tempo pieno: «Alcuni percorsi possono anche portare a un impegno a tutto servizio, perché la politica a cui ci si dedica in modo pieno e totalizzante è una fatica grandissima. Questa però non deve essere la spinta iniziale per avvicinarsi al consiglio comunale».

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