I primi sette anni del nuovo millennio tra guerre e capitali perduti

«Le anime nere del capitalismo» getta un'occhiata sugli anni che vanno dall'attentato dell'11 settembre al crollo di Wall street del 2008 che ha segnato il culmine della crisi economica mondiale

I primi sette anni del nuovo millennio tra guerre e capitali perduti

Si parte dall'11 settembre 2001 e si arriva a un altro settembre, quello del 2008. Mesi da poco trascorsi, ma ancora ben impressi nella memoria. Mesi che sono costati moneta sonante per molti, anche se non per tutti. Fu il lunedì nero della Borsa americana, il tracollo che ha trascinato con sé i destini delle piazze economiche di tutto il mondo. E la crisi si è impossessata di tutti noi. Delle angosce e delle paure.
Due terremoti, due stravolgimenti, due date di inizio millennio che hanno capovolto aspettative e, forse, destini. Nelle «Anime nere del capitalismo» (Newton Compton, pp.330, euro 12,90) il giornalista bolognese Gianni Flamini analizza i primi sette anni del nuovo millennio passati tra attentati, quello di Bin Laden appunto, guerre (Iran e Afghanistan soprattutto) e la crisi economica. Il testo che ne è uscito è una sorta di diario-guida di quanto è accaduto in questo primo decennio scarso del XXI secolo. Un cappello iniziale ad ogni capitolo introduce le varie tematiche affrontate, alle quali segue, data per data, la carrellata di fatti e avvenimenti che hanno caratterizzato quei giorni.
La lettura non è in ottica anti-americana ma guarda nella prospettiva della distorsione del nuovo ordine mondiale. Se il Novecento si era chiuso con la fine di un'era, quella comunista, introducendo un nuovo avvenire storico il nuovo millennio si è aperto su analoghi problemi: religiosi, etnici, razziali, e perfino economici.

Ora si dice che la crisi sia agli sgoccioli e che l'anno alle porte segnerà una ripresa globale. Flamini ci parla di quello che è stato il nostro passato più prossimo e che sembra interesse di tutti dimenticare al più presto.

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