Valeria Arnaldi
Basta avere «una Ferrari, o una Porsche, potrebbe andare bene anche una Lamborghini. Limportante è che sia perfettamente funzionante». «Bisogna fare così. Lauto si mette in mezzo alla pista», «ci vogliono vestiti ridotti, bicipiti esibiti, muscoli in vista, mazze da muratore», «si può saltare sul cofano, sul tetto, si possono rompere vetri e parafanghi, si possono usare mani, piedi», «in una specie di delirio collettivo inebriante e sudato, una martellata dopo laltra, un calcio dopo un pugno», «basta un quarto dora e lauto è completamente distrutta. Chi vuole si porta a casa un pezzo di carrozzeria, gli resterà come ricordo». Non sono suggerimenti vandalici rubati a un sito internet, ma stralci del diario della trasmissione «Lucignolo», che per sedurre gli studenti, non esita a fornire «utili» consigli di trasgressione. Quella descritta è la Demolition Night, ideata da un locale di Bergamo, ma che «si può organizzare dappertutto». Ci sono anche pagine sugli skyplayers, quelli che giocano a calcio sui tetti: «dicono che il vero Olimpico è questo qui tra abbaini e stendibiancheria, antenne, cavi elettrici e condomini che si lamentano». E suggerimenti sugli stickers-graffiti: «se lo piazzi in un angolo libero della metropoli, beh ragazzi, allora sei proprio un grande», per finire con lassenzio party. In fondo, «per provare lebbrezza basta un po di coraggio». Cè la rubrica «Amore e sesso», con domande e risposte, sul modello «cosa vuol dire essere vergini? Tecnicamente un dettaglio, emotivamente qualcosa di più» e poi consigli, testimonianze su dove i giovani vanno a fare lamore: «Ho portato il mio ragazzo su un campo di bocce. La cosa bella? Era il campo da bocce dove va a giocare sempre il mio ex». In alcune pagine cè la mano rossa che ricorda che non bisogna farsi male, ma a modo suo, spiegando come fa chi, invece, di male vuole farsene davvero. Si va dal gergo per dire droga in tutta Italia al binge drinking, sbornia rapida che si ha «quando un uomo consuma cinque pinte di birra e una donna quattro in una sessione ravvicinata».
Quello di Lucignolo è solo uno dei tanti diari «da grande» disponibili sul mercato, trasgressivi quanto basta per smuovere le fantasie dei ragazzi, esortandoli a contravvenire alle regole del vivere civile. Cè anche Happy Bunny, un tenero coniglio che «disprezza tutti», come dimostrano le sentenze del diario: «Viva le ragazze che te la danno», «i genitori sono degli sfigati ma ti mollano la paghetta», «sì sono stato io ma darò la colpa a te», «di sicuro non mi arrestano perché ti ho preso a botte», «Sarai la mia vittima, contento?», i tormentoni «i vecchi fanno davvero schifo», «adoro spaventare a morte i vecchi», «seriamente i vecchi devono andare fuori dalle...» e il guanto di sfida forzatamente provocatorio «non ce la farai mai a essere bastardo come me».
Le critiche a questa tendenza non mancano. Una su tutte: «Il fenomeno dei diari con messaggi che minano, in modo subdolo, il processo educativo è in forte espansione - dice Romolo Pierangelini presidente Associazione Italiana Genitori-Lazio -. La scuola non può mettere divieti, ma certo sarebbe auspicabile stabilire regole di decoro per abbigliamento e corredi scolastici.
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