Giù, sempre più giù. Perfino al di sotto dell1%. È andata ben oltre le più rosee aspettative lasta di ieri con cui il Tesoro offriva Bot a tre mesi e a un anno, per complessivi 12 miliardi di euro. Come già avvenuto in occasione degli ultimi collocamenti, la domanda ha ampiamente superato lofferta sfiorando i 20 miliardi. La pressione delle richieste ha così contribuito a comprimere i rendimenti: quello dei trimestrali è sceso allo 0,492%, dall1,9% dellemissione precedente, riportandosi sui livelli dellaprile 2010, mentre quello degli annuali è sceso dal 2,2% all1,405%, un valore che non si vedeva dallagosto 2010.
Anche se non in questa misura, lesito positivo dellasta era scontato. Daltra parte, due fattori esterni - cioè non legati allopera di risanamento dei nostri conti pubblici - stanno agevolando lassorbimento dei titoli del debito: lenorme liquidità in circolazione, grazie alle due aste «a rubinetto» con cui la Bce ha prestato alle banche 630 miliardi al tasso dell1%. Gli istituti italiani sono, infatti, il motore che sta dietro il rally dei nostri titoli di Stato degli ultimi mesi, anche se molti trader segnalano un rinnovato interesse pure da parte di investitori istituzionali esteri. Il secondo fattore è invece legato al successo ottenuto dallo swap della Grecia, concluso lunedì con ladesione del 96% dei creditori privati.
La contrazione dei costi determinata dallabbassamento dei rendimenti è naturalmente positiva per il ministero dellEconomia: «Finanziarsi sul mercato - commenta un operatore - è costato oggi (ieri, ndr) al Tesoro l1,13% a fronte di un costo medio del 2,04% del mese scorso». Dopo lultima performance dei Bot, però, in molti ritengono che sul breve termine esistano solo margini ridotti per un ulteriore calo dei rendimenti.
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