La riconsegna alla città della cinquecentesca Fontana del Prigione a Trastevere dopo i lavori di restauro, ieri mattina, non è stata priva di polemiche. Lassociazione culturale «Ubi Maiores», nella persona del presidente Riccardo Marzi, ha espresso infatti disappunto per lessere stata esclusa dalla cerimonia indetta per fine restauro, «tagliata fuori alla pari di tutte le altre realtà e associazioni di cittadini che da tempo si sono battute con tenacia per il recupero del monumento». «Mi sono trovato a passare per puro caso in via Mameli, davanti alla fontana - spiega Marzi -. Ho notato le autorità, la stampa e i fotografi. Come associazione culturale del quartiere siamo convinti che sarebbe stato corretto avvisare i cittadini e anche le altre parti che, a prescindere dalle idee politiche, da tempo si erano profuse in iniziative per togliere lopera al degrado avanzato in cui si trovava da ben sette anni». Già un anno e mezzo fa, ricordano alla Ubi Maiores, lattuale consigliere comunale Alessandro Cochi di An (allepoca consigliere in I municipio), attraverso il municipio di via Giulia si era fatto promotore in Sovrintendenza comunale di un ordine del giorno che sollecitava una richiesta di stanziamento fondi per la Fontana del Prigione. «Siamo felici del fatto che dopo un anno di lavori, finalmente, questo splendido angolo di Roma sia stato ridato alla cittadinanza - conclude Marzi - peccato che neppure i residenti abbiano potuto parteciparvi. Quel che conta adesso comunque è preservare la fontana da ogni tipo di atto vandalico e incuria».
Uninaugurazione quasi «in sordina», quindi, che ha sorpreso lo stesso consigliere di An. «Peccato non sia stato divulgato - si rammarica Cochi -. Sarebbe stato bello poter abbinare levento alla tradizionale Festa de Noantri che si è appena conclusa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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