New York. A Midtown, nella zona più centrale e turistica di Manhattan, quasi tutti i ristoranti, bar e pub ieri erano chiusi o hanno abbassato le saracinesche nel primo pomeriggio per anticipare la furia di Irene. «Eataly» invece, il supermercato italiano più grande d'America con ben cinque ristoranti collegati e una birreria tutta italica al 15esimo piano, è rimasta aperta fino a tardissima sera, come se le migliaia di avventori e turisti volessero aspettare l'uragano mangiando e bevendo l'eccellenza enogastronomica del made in Italy. «Siamo aperti perchè siamo italiani», ha spiegato con orgoglio il giovane Nicola Farinetti, il super manager di «Eataly» che conta 600 dipendenti e serve da mangiare e bere a 6-7 mila persone al giorno. Nicola è figlio di Oscar Farinetti, un genio e il nostro vero ambasciatore nel mondo dei nostri migliori prodotti: dal vino ai nostri prodotti unici e regionali come formaggi, insaccati, olio, caffè e gelati.
A New York cè chi vorrebbe scongiurare la paura con lo shopping, ma la maggior parte dei grandi magazzini rimane chiusa. Circa mille persone fin dalle 9 del mattino sono in coda davanti a Macys, uno dei templi dello shopping newyorkese: ma i responsabili non danno alcuna indicazione ai clienti sulleventuale apertura: «Non cè abbastanza personale, sono rimasti tutti a casa per via delluragano». Aspettando Irene invece il supermercato di «Eataly» e i suoi ristoranti ieri erano affollatissimi, migliaia e migliaia di newyorchesi a pregustare l'ultimo bicchieri di vino o l'ultimo piatto italiano prima dell'uragano.
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