I sogni «graffitari» di Corrado Sassi

L’Union - arte contemporanea presenta fino al 15 marzo un’esposizione di tele e di opere site-specific di Corrado Sassi: grandi superfici dipinte e disegni eseguiti direttamente sulle pareti della galleria nello stile fumettistico, onirico, graffitaro che lo caratterizza. Artista versatile, padrone delle tecniche più varie, dalla fotografia, al video, alle installazioni, al disegno e alla pittura, Sassi trasferisce nel suo particolare linguaggio i contenuti della cultura d’immagine prodotta dai mass media, deformandoli, lasciandone emergere la carica aggressiva e autodistruttiva. Figure umane allampanate tracciate in nero in dialogo surreale, spesso alle prese con cubi (il cubo in Sassi è un archetipo, simbolo del manufatto e dell’elettrodomestico, dell’oggetto che ha perso la sua funzionalità per acquistare un carattere quasi violento, dominante), oggetti trasferiti dalle pagine di una rivista di moda (ad esempio una borsa di Chanel interpretata assai liberamente) o dalla pubblicità televisiva all’universo bianco delle tele o delle pareti, sospesi in assemblaggi all'apparenza casuali. I temi e i soggetti sono molti, ma più della rintracciabilità dell’origine di ogni singola immagine conta il modo in cui l’artista traduce l’insieme dei ricordi, delle visioni urbane, delle fotografie mentali in una scrittura veloce e ispirata che richiama quella «automatica»; in un segno che può ricordare Arshile Gorky anche per il rapporto tra campitura di colore e struttura grafica.

Tuttavia Sassi non sembra avere debiti stringenti; la sua gestualità si esprime con un segno personale che arriva diretto, libero, contraddetto spesso da se stesso, cancellato da nuove idee che si accavallano e, a volte, da scarabocchi: vederlo lavorare inseguendo un effetto cromatico e segnico che corrisponda al proprio sentire urgente è un’esperienza inusuale e toccante; le tele e l'opera su muro della Union (di via Reggio Emilia 32) ne restituiscono una testimonianza fedele.

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