I sogni «mostruosi» di Goya e Calero

Ecco le controverse incisioni raccolte sotto il titolo «Disparates» cui il giovane artista ha cercato qui di dare un seguito

La prima sala dell’Accademia di Spagna a S. Pietro in Montorio è dedicata ai «Disparates», le 18 controverse incisioni di Francisco Goya (1746 -1828), conservate all’Accademia di Belle Arti di S. Fernando. Altre quattro sono in collezione privata francese. Tonalità scure, immagini sconvolgenti e grottesche che evocano sogni, incubi, morte, giochi, brutalità, mostri, baldoria e peccato. Nelle altre sale ci sono le 93 luminose incisioni di Ricardo Calero e foto e documenti di vita che riemergono dalla terra di Fuendetodos. Nella mostra «De Goya a Calero», aperta fino al 20 aprile, curata da Fernando Castro Florez, si snoda il dialogo fra i due artisti. Fra le incisioni di Goya, la serie incompiuta «Disparates», realizzata probabilmente fra 1819 e il 1834, quando l’artista si dedicava alle «pitture nere» che decoravano la sua casa nella Quinta del Sordo, è ancora un enigma per la critica. Incisioni difficili da leggere, senza commenti e didascalie, di cui tacciono le fonti, che vengono pubblicate tardi e in ordine arbitrario. Chiamate prima «Capricci», poi «Sogni», «Proverbi» e «Disparates» (spropositi), dalla prima parola utilizzata per la definizione di 13 immagini. Ma sia che si tratti di scene legate al Carnevale che trascina sempre con sé la voglia di trasgressione e d’irrazionalità, o di illustrazioni allegoriche per denunciare violenza e abusi, sempre per Goya «il sogno della ragione genera mostri». E sono incisioni estremamente moderne in quanto stigmatizzando ogni violenza, pongono la coscienza individuale al centro del mondo. Questa condanna hanno in comune il grandissimo Goya e il giovane artista concettuale Ricardo Calero. E il luogo di nascita, Fuendetodos, un paese di montagna di 300 anime in Aragona. I responsabili del Comune hanno chiesto a Calero di continuare la serie incompiuta del maestro. Ed è nato lo stimolante e rischioso confronto dialettico fra passato e presente.

Sono fogli di carta fermati sul terreno da sassi, «superfici cristalline segnate dalla scrittura o dalla traccia dell’esperienza», fogli perforati dalla Guardia Civil (con proiettili 9 millimetri parabellum, tipici dei terroristi), che lasciano un alone di polvere da sparo.
Orario: 10-13/16-19, lunedì chiuso.

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