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I talebani liberano un ostaggio francese

La giovane donna rilasciata come «gesto di buona volontà». Ultimatum di sette giorni per il compagno

da Parigi

Céline è di nuovo libera e i suoi connazionali l’attendono finalmente a Parigi. La giovane francese, che lavora per l’organizzazione non governativa «Terre d’Enfance», era stata sequestrata dai talebani nella parte sudoccidentale dell’Afghanistan lo scorso 3 aprile insieme al collega e compatriota Eric (di loro si conosce solo il nome di battesimo) e a tre collaboratori locali. In cambio della liberazione degli ostaggi, i talebani avevano chiesto la fine della prigionia di alcuni terroristi, com’era avvenuto in precedenza nel caso del sequestro del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo. Ma le autorità di Kabul hanno questa volta rifiutato di cedere al ricatto dei gruppi che seminano la violenza in tutto il Paese e così il negoziato ha preso un’altra direzione: quella dell’eventuale ritiro del contingente di un migliaio di uomini che Parigi tiene ancora in Afghanistan d’intesa con la Nato per favorire la stabilizzazione del presidente Hamid Karzai.
Poco dopo il sequestro i rapitori avevano fatto circolare su Internet un filmato, che non è stato trasmesso dalle reti televisive francesi, in cui Eric e Céline vengono ritratti uno dopo l’altro mentre implorano l’impegno del governo di Parigi in favore di una trattativa destinata a salvare le loro vite. Ieri la liberazione di Céline, annunciata dalle fonti dei talebani e confermata a Parigi dal Quai d’Orsay, è parsa dimostrare che i contatti procedono positivamente, anche se persistono pesanti interrogativi. Céline è stata liberata nella provincia di Kandahar ed è giunta a Kabul nel tardo pomeriggio di ieri. «Céline è estremamente provata dopo 24 giorni di detenzione e le sue condizioni sono caratterizzate da uno stato generale di estrema debolezza», ha dichiarato il presidente dell’Ong «Terre d’Enfance», Antoine Vuillaume, secondo cui il suo ritorno in libertà «costituisce un primo elemento di speranza». Vuillaume è stato ricevuto ieri dal ministro degli Esteri Philippe Douste-Blazy. Il presidente della Repubblica Jacques Chirac ha espresso a sua volta la sua gioia per la liberazione dell’ostaggio e la sua speranza in una soluzione favorevole di tutta quanta la drammatica vicenda. Secondo Chirac «tutti devono raddoppiare gli sforzi per ottenere nella più grande discrezione possibile la liberazione degli altri ostaggi».
I sequestratori dei due giovani francesi e dei loro tre collaboratori afghani hanno presentato la liberazione di Céline come un atto unilaterale di buona volontà, ma esigono adesso concessioni di rilievo e rilanciano le loro richieste: liberazione di terroristi e ritiro del contingente francese dall’Afghanistan. Un messaggio a questo riguardo è stato affidato alla stessa Céline. Mentre la domanda relativa alla liberazione di terroristi pare difficilissima da esaudire, visto l’atteggiamento di Karzai a seguito della vicenda Mastrogiacomo, l’ipotesi di un ritorno in patria dei militari francesi nel medio periodo non è affatto esclusa. Sia il candidato presidenziale Nicolas Sarkozy sia il ministro Douste-Blazy hanno mostrato le loro aperture a tale riguardo.
La posizione ufficiale delle autorità di Parigi è che «la Francia non ha vocazione a rimanere in Afghanistan». Resta da capire se i talebani si accontenteranno di garanzie di questo genere.

Per adesso i terroristi rilanciano la loro minaccia di esecuzione degli altri ostaggi, prorogando di una settimana il vecchio ultimatum.

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