La loro introduzione ha portato una vera rivoluzione per i produttori di vino sullaspra costa levantina a picco sul mare. Dagli anni ottanta, infatti, aiutano i contadini delle Cinque Terre nel lavoro dei campi, senza nulla togliere al fascino di questa viticoltura ostinata che strappa la terra alla montagna e crea giardini a picco sul mare. La gente del posto li chiama «trenini», in realtà sono profilati metallici su cui corrono vagoncini merci per il trasporto di materiale agricolo e, in un certo senso, rappresentano il simbolo di questa viticoltura di montagna che sfida pendenze da vertigine. Affidabili e sicuri (con una velocità di 2 chilometri allora per 259 chilogrammi di carico), raggiungono vigneti a picco sul mare, altrimenti accessibili soltanto a piedi.
«Linstallazione di questi impianti ha ridotto notevolmente i tempi di vendemmia e la fatica dei viticoltori delle Cinque Terre - ha sottolineato Renzo Bordone della Cooperativa Sentieri e Terrazze -. Prima tutte queste operazioni venivano fatte trasportando le ceste duva a mano, lungo sentieri impervi e irregolari».
Cè poi un altro fatto molto importante da tenere presente: linserimento paesaggistico dellintervento comporta un basso impatto ambientale, anzi questi trenini che quasi scompaiono tra le vigne e la vegetazione mediterranea, contribuendo a creare gli ottimi vini che tutti conoscono, sono ormai diventati unattrazione per i turisti.
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