Roma - Le mosse dei vescovi arrivano con un tempismo che fa comprendere come davvero la Chiesa consideri il voto di domenica prossima come «un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare», come ha detto lunedì pomeriggio il cardinale Angelo Bagnasco. Se le parole del presidente della Cei, con le sue puntualizzazioni sui valori non negoziabili, in primis la difesa della vita, sono suonate come un altolà a Emma Bonino in Lazio ieri sono scesi in campo i vescovi della Liguria (guidati sempre da Bagnasco) per dire la loro sulla prossima scadenza elettorale. I presuli della regione hanno diffuso una nota rivolgendosi ai fedeli e a tutti i cittadini, chiedendo «anzitutto la riconciliazione degli animi» anche «a livello collettivo e pubblico». I vescovi liguri precisano che il «criterio guida» per la scelta «è l’impegno programmatico» di assicurare «il pieno rispetto di quei valori che esprimono le esigenze fondamentali della persona umana e della sua dignità».
Una presa di posizione netta. Che coinvolge anche altre regioni, quali il Piemonte, dove la presidente uscente Mercedes Bresso, del Pd, si è alleata con i cattolici ma al tempo stesso è a favore di pillola abortiva e coppie gay. I valori a cui si riferisce l’episcopato della Liguria, «ripetutamente ribaditi dal magistero conciliare, postconciliare e pontificio», sono: «Fra tutti, il rispetto della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale; la tutela e il sostegno della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; il diritto di libertà religiosa, la libertà della cultura e dell’educazione. E quindi il diritto al lavoro e alla casa; l’accoglienza degli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; la promozione della giustizia e della pace; la salvaguardia del creato». Ma, spiegano i vescovi, questi valori «non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralità». Vale a dire, per usare l’esempio fatto lunedì dallo stesso cardinale Bagnasco, che risulta difficile comprendere come ci si possa impegnare per la solidarietà sociale rifiutando o sopprimendo al tempo stesso «la vita, specie la più debole». Dunque, spiegano i vescovi liguri «solo nel loro insieme» questi valori «esprimono una concezione dell’uomo, della comunità e del bene comune». E per essere ancora più chiari ed espliciti, citano Papa Ratzinger che nell’enciclica Caritas in veritate afferma: «Non può avere basi solide una società che - mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace - si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata».
La nota dei vescovi liguri, divulgata all’indomani della prolusione di Bagnasco, arriva dopo un’analoga - anche se più articolata - dichiarazione dei vescovi dell’Emilia Romagna e dopo quella più sintetica del Vicario di Roma, il cardinale Agostino Vallini. Curiosamente, pur essendo in totale sintonia con la prolusione, il messaggio è stato male interpretato da agenzie e giornali on line, che lo hanno presentato come una sorta di «precisazione» di Bagnasco a quanto da lui stesso detto il giorno prima. Solo in serata, il portavoce della Cei Domenico Pompili ha spiegato che è «impossibile» anche solo ipotizzare «toni divaricanti» tra i due testi.
Il messaggio è stato invece «tradotto» in indicazione concreta dal Forum Ligure delle Associazioni Familiari, che nelle scorse settimane ha proposto ai candidati, di tutti gli schieramenti, l’impegno ad adottare «politiche familiari incentrate sulla tutela e promozione della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna». Un impegno, spiega la presidente, Anna Maria Panfili, «urgente per la Regione Liguria». Il Forum ha comunicato che il candidato del Pdl alla presidenza della Liguria, Sandro Biasotti, «ha sottoscritto il manifesto» e ha «sostanzialmente recepito nel suo programma» le priorità indicate dal Forum.
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