Una doppia vu (come dire evviva), proprio lì. Allinguine del donnone di Fernando Botero che dallapertura della mostra di Palazzo Reale dedicata al maestro colombiano di Medellin staziona in piazza della Scala. Una delle tante sculture sparse per la città dalla «Bella estate» dellassessore alla Cultura Vittorio Sgarbi. Unaltra opera darte sfregiata laltra notte dai graffitari. O, forse, sarebbe meglio cominciare a chiamarli semplicemente vandali, distinguendo gli artisti dai semplici manigoldi. Uno sfregio che diventa altra benzina gettata sulla giunta di oggi a Palazzo Marino. Che si annuncia di fuoco, avendo in agenda lapertura o la chiusura definitiva della mostra-scandalo Arte e omosessualità. «Un capolavoro deturpato? Chiedetelo a Sgarbi - la replica stizzita del vicesindaco Riccardo De Corato -, visto che proprio lui ha dato ai writers la possibilità di fare unesposizione. Parla di recupero, di arte: ce lavete qui davanti larte». Chiaro che il sale della mostra dedicata ai graffitari del Leoncavallo brucia ancora. E loccasione per restituire lo sgarbo si presenterà proprio oggi. «Larte omosessuale? Quello che ho da dire lo dirò in giunta», annuncia battagliero De Corato. Che fa capire come il passaggio di oggi per lesposizione chiusa dal sindaco Letizia Moratti sarà tuttaltro che indolore. «Ormai la frittata è fatta, non ci opporremo - annuncia il leghista Matteo Salvini -. Ma sono soldi sbattuti via».
Per nulla preoccupato lorganizzatore. Il bravo Andrea Brunello di Artematica che, dopo lesclusione della scultura oscena di papa Benedetto XVI e leliminazione del Sircana dei ConiglioViola, dà per scontata lapertura già per domani. In ristampa il catalogo «purgato», mentre le copie ritirate con la famigerata Miss Kitty di Paolo Schmidlin sono ovviamente destinate a diventare oggetto cult per collezionisti. «Porteremo la mostra allestero - ragionano allalba Sgarbi e Brunello mentre al Palazzo della Ragione spostano quadri e modificano luci - Miami, Sydney, Città del Capo, San Francisco, il Sud America. Sono tante le città e le comunità gay pronte ad accoglierla. Sarà un grande successo».
Ma per ora i problemi sono qui. Con la Moratti poco disposta a chiudere un occhio. E che, dopo aver dato unocchiata al catalogo, visiterà di persona la mostra al fianco di Sgarbi. Senza opere blasfeme e dispirazione pedofila. Via il Saint Sébastien di Pierre et Gilles, gli scatti più crudi di Robert Mapplethorpe, la pietà lesbica di Paolo Cassarà con il Cristo morto oscenamente sostituito da una bambola gonfiabile da sexy shop, il video loop Capella privata di Moio&Sivelli.
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