da Catania
Puntuali nelle consegne dei report, bravi a non accumulare troppi ritardi, moderatamente esperti nellutilizzare la tecnologia e precisi nel compilare le schede richieste. Bastava possedere questi requisiti ai dirigenti del comune di Catania - 65 in tutto - e intascare puntualmente ogni anno, a dicembre, un premio produzione che variava dai 13 ai 17mila euro. Il 40 per cento del netto dello stipendio. Ammontano a tanto i premi per i dirigenti, due milioni di euro accantonati solo per il 2006 che hanno fatto gridare allo scandalo, proprio mentre i netturbini spargevano la spazzatura in piazza Duomo al culmine della protesta per il mancato pagamento di due mensilità dello stipendio. Uno scandalo che è costato lincarico al capo del personale Carmelo Reale, e ha acceso i riflettori della magistratura che ha avviato un'inchiesta, affidata dal procuratore dAgata al sostituto Alessandra Chiavegatti.
Gli atti sequestrati dalla Guardia di finanza hanno portato alla ribalta i meccanismi con cui si assegnava denaro, forse con troppa disinvoltura, sotto formula di premi produzione al raggiungimento degli obiettivi. Un particolare però è subito saltato agli occhi degli investigatori delle Fiamme gialle: gli obiettivi raggiunti negli anni 2005 e 2006 sono stati assegnati dufficio perché gli amministratori non hanno fatto o hanno fatto solo a fine anno il piano di gestione, uno strumento che a gennaio fissa i criteri che devono essere seguiti. Come dire premi in denaro per obiettivi, senza che gli obiettivi fossero fissati. Nella liquidazione del premio per gli obiettivi, puntualmente raggiunti da tutti i funzionari, costituivano il 50 per cento. L'altro 50 per cento era costituito da alcuni parametri come la valutazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie. Tra le strumentali appunto l'utilizzo della tecnologia: la posta elettronica.
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