da Treviso
Era morto giovedì scorso, nella sua casa di Silea, nel Trevigiano. I medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso di un operaio senegalese di 33 anni, che non aveva particolari segni sul corpo. Sembrava la classica morte per infarto. Ma giovedì era una giornata particolare, linizio della psicosi meningite in tutta la Marca, il giorno della morte del quindicenne di origini greche Theodoros Kosmatos, ucciso dal terribile batterio. Considerata la coincidenza, i medici hanno effettuato alcune indagini sulle abitudini del senegalese, scoprendo che nel weekend aveva era stato negli stessi locali della giovane vittima. Per questo allospedale Ca Foncello di Treviso sono state fatte delle analisi particolari, con accertamenti sierologici. Il risultato è arrivato ieri e non lascia dubbi: meningite.
Salgono così a due le vittime di un contagio iniziato durante una festa privata a Farra di Soligo, nella notte tra l8 e il 9 dicembre scorso, e poi propagatosi in due locali dove i protagonisti del festino si erano divisi per concludere in allegria il weekend. Un gruppetto era andato alla birreria Kaltemberg di Pederobba, e un altro al Rumba di Conegliano. Tra questi cerano pure il quindicenne di origini greche e il senegalese, per i quali la diagnosi non è arrivata in tempo.
«Il batterio da meningococco - ha spiegato Gianni Gallo, responsabile dell'ufficio Sanità e igiene pubblica di Treviso - potrebbe essersi diffuso durante un ballo collettivo, che ha finito col contagiare tutti i partecipanti».
Secondo gli esperti dellUlss di Treviso, lepidemia sarebbe partita da un portatore sano presente tra la comunità ispano-americana che aveva organizzato il festino incriminato a Farra di Soligo, dividendosi poi negli altri due locali di Pederobba e Conegliano. Nei giorni successivi diversi amici del gruppo hanno cominciato a sentirsi male e, dopo la scoperta del batterio da meningococco, è scattato lallarme a livello regionale. Attualmente sono ancora sei le persone ricoverate in ospedale, due delle quali, una colombiana di 17 anni e unamica di 21, in condizioni gravi.
La macchina di prevenzione della Regione Veneto è partita in maniera tempestiva. È stata costituita una sorta di task force che ha distribuito i kit per la vaccinazione alle persone coinvolte. Ieri è stata completata lintensa opera dei Dipartimenti prevenzione delle Ulss interessate, che hanno prima individuato tutte le persone esposte al contagio e poi hanno somministrato la profilassi.
Medici ed esperti professano comunque ottimismo. Non ci sono più stati nuovi casi e lallarme, considerati i tempi di incubazione della malattia, dovrebbe concludersi tra il 19 e il 20 dicembre. Fino a questo momento sono state oltre 600 le persone che si sono sottoposte al vaccino, ma lemergenza sta per rientrare.
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