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Tra incuria e bivacchi, il verde romano è malato

Potature sbagliate, alberi messi a dimora e che dopo pochi mesi si seccano, aiuole incolte che si trasformano in discariche, giardini abbandonati a se stessi con secchi della spazzatura straboccanti di rifiuti e molto spesso meta di senza fissa dimora. Centinaia di alberi che crollano a ogni temporale, più per la scarsa manutenzione che per l’effettiva violenza del vento.
Il patrimonio verde a Roma è abbandonato a se stesso, il servizio giardini molto spesso inefficiente, dal centro alla periferia, senza eccezione. È questa l’eredità dei 15 anni di «cura ambientalista» della città, divisi a metà fra Rutelli e Veltroni. Una città che potrebbe vantare un vero e proprio polmone verde, tra ville, viali e giardini, non è in grado di prendersi cura del proprio patrimonio naturalistico. tanti soldi spesi male.
La manutenzione del verde pubblico, circa 4000 ettari, è gestito da poche centinaia di unità, divise fra il servizio giardini e le cooperative sociali, i cui affidamenti, per carenza di fondi, vengono effettuati ogni sei mesi. Una modalità che non permette di procedere a un’adeguata pianificazione del lavoro e non consente alle cooperative di produrre adeguati investimenti sulla formazione del personale. Il costo degli innesti delle alberate di viale Aventino, per fare un esempio, è costato oltre 200 mila euro, eppure a poco meno di due anni dalla loro messa a dimora sono secchi. A ogni temporale si assiste alla caduta di alberi, fatto provocato da una scarsa manutenzione, da una non messa in sicurezza delle strutture più deboli. A Santa Croce in Gerusalemme nei giardini di Viale Carlo Felice circa un mese fa è venuto giù un pino di enormi dimensioni. Ovunque in città i comitati di quartiere denunciano il degrado, attraverso comunicati, riunioni, un vero tam tam che arriva fino ad internet, sui blog, il http://degradodiroma.worldpress.com su tutti.
Non c’è una villa, un quadrato verde che non è sotto accusa per l’incuria. Il parco della Caffarella è ormai dormitorio per immigrati. Stessa cosa a Villa Borghese, a pochi centinaia di metri dal museo Borghese, dove da anni vi è un bivacco di romeni sempre ubriachi. Ma i problemi di Villa Borghese sono tanti: scarsa pulizia, panchine rotte, anche qui sistemi di irrigazione mal funzionanti. Il Pincio ridotto a un enorme cantiere per la costruzione del parcheggio, chi sa per quanti anni.
Ma anche avvicinandoci al centro le cose non cambiano: ai giardini del Quirinale, i cestini per i rifiuti straboccano di spazzatura. In alcune zone verdi i lavori vengono lasciati colpevolmente a metà, come in Viale Carlo Felice, dove sono state tagliate le siepi, lasciando le parti più basse scoperte, vere trappole per i pedoni.


Negli interventi di questi giorni dell’ex sindaco Rutelli non una parola per il verde, una risposta ai tanti cittadini che lamentano i disagi. Eppure l’attuale candidato sindaco ed ex primo cittadino, proprio dei Verdi faceva parte quando chiese il voto ai romani nel ’93.

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