Incursione alla Statale contro mensa e libreria

Ormai è una vera e propria persecuzione. Anche ieri un manipolo di violenti riconducibile all’area più estremista dell’antagonismo ha compiuto un blitz alla libreria Cusl e alla mensa della Statale, lasciando una scia di danneggiamenti e vandalismi. Giunto davanti all’ateneo nel corso delle manifestazioni un gruppetto di militanti si è staccato dagli altri e si è indirizzato verso la libreria. Non è riuscito a entrare ma l’ha bersagliata con fumogeni e ortaggi, e con il lancio di un estintore. Dei danni sono stati invece compiuti alla mensa.
L’incursione di ieri è solo l’ultima di una lunga serie di soprusi e assalti con cui i violenti hanno inteso eseguire una vera e propria rappresaglia contro i giovani di Comunione e Liberazione. Ma cos’è che i centri sociali rimproverano ai ragazzi di Cl. L’aver preteso dai «compagni» il pagamento di 800 fotocopie, e il rispetto delle regole. Per questo sono stati malmenati e aggrediti. Per questo è partita la denuncia. Per questo i «compagni» hanno chiuso la libreria, affisso una sorta di «wanted» e organizzato una «giornata contro Cl».
A aprile il processo, che si concluse con una condanna a 2 anni e 7 mesi di reclusione e a 400 euro di multa per Valerio Ferrandi, figlio dell’ex esponente di Prima Linea Mario, e a pene poco più basse per quattro suoi amici, tutti accusati di rapina e lesioni. Cinque mesi fa, alle 9 del mattino, l’ennesima vendetta. Due giovani mascherati gettarono un sacco di letame dentro la libreria per poi fuggire.
Un mese fa sono state rese note le motivazioni della condanna. «Una contrapposizione politico-ideologica, radicalmente censurabile nel metodo violento e provocatorio, ma di per sé più che legittima in un normale confronto dialettico veramente democratico alieno da grigi unanimismi e omologazioni di massa». Così il gup Luigi Varanelli ha definito la violenta incursione del 2 ottobre 2009 di un gruppo di esponenti dell’area anarchica. In base a quanto ricostruito dal pubblico ministero Elio Ramondini, a capo del gruppo di anarchici c’era proprio Ferrandi, che avrebbe detto agli studenti della libreria indicando i complici in modo minaccioso: «Questi sono i miei ragazzi. Guardate le loro facce». E subito avrebbero colpito alcuni studenti. Dopo l’arresto di novembre furono scarcerati a marzo proprio da Varanelli durante il procedimento con rito abbreviato. Ad aprile la condanna. Nelle motivazioni il gup spiega le condanne e la quantificazione delle pene, argomentando che «l’azione fu dimostrativa e preventivata (...

), polemica-provocatoria con tratti ritorsivo-dimostrativi contro gli avversari politici (...). Non si trattò affatto, quindi, - come invece minimalisticamente sostenuto da alcune difese -, di una semplice “bravata” di ragazzi che non volevano pagare pochi spiccioli di fotocopie».

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