da Milano
Le ricadute negative provocate dalla crisi finanziaria innescata dai mutui sub prime americani ancora non si vedono, la domanda e i consumi tengono, e così lItalia riesce a girare la boa del terzo trimestre con una crescita dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell1,9% su base annua grazie al contributo dellindustria e dei servizi, mentre lagricoltura appare in difficoltà. La fotografia scattata dallIstat rischia tuttavia di mostrare una situazione ormai superata. «Cè la diffusa sensazione che lItalia stia peggiorando», aveva detto infatti allinizio della settimana il ministro dellEconomia, Tommaso Padoa-Schioppa, lamentando una costante perdita di competitività. La stessa Commissione Ue di recente ha messo in preventivo una decelerazione del nostro Paese, ritoccando al ribasso le stime 2008 dall1,7 precedente all1,4%. Il governo punta invece su uno sviluppo compreso tra l1,5-1,6%.
Il rischio, comunque, è di sottovalutare gli effetti indotti dalle turbolenze dei mercati finanziari e dagli elevati prezzi del petrolio che, per quanto in parte ammortizzati dalla forza delleuro, si rifletteranno sul Pil soprattutto per effetto di una frenata della produzione del settore manifatturiero. Romano Prodi manifesta infatti un ottimismo circoscritto allanno in corso, senza sbilanciarsi sullandamento del prossimo: «Sono abbastanza fiducioso - ha detto ieri il premier - e penso che la crescita italiana tenderà a non essere lontana dal 2%». LItalia, daltra parte, può vantare una crescita ormai acquisita per lintero 2007, pari all1,7% alla fine del terzo trimestre, percentuale che non verrebbe intaccata neppure se il quarto trimestre dovesse registrare una crescita zero. Il dato consola fino a un certo punto: il nostro Paese non tiene il passo dei principali competitor come il Regno Unito, dove il Pil è salito dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti e del 3,3% su base annua; negli Usa, invece, la crescita congiunturale è stata pari all1% e quella tendenziale al 2,6%, a fronte dello +0,7% e del +3,8% segnato dalla Spagna rispettivamente a livello congiunturale e tendenziale.
Secondo la Confesercenti i dati relativi al terzo trimestre non devono far «cantare vittoria, visto che per il 2008 si stima una frenata all1,4%». Preoccupata anche la Confcommercio per i tassi di crescita inferiori agli altri Paesi, per la perdita di competitività a livello internazionale, «ma soprattutto sono critiche le condizioni e le previsioni con cui il nostro Paese entrerà nel 2008».
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