Intercettazioni, sprint della maggioranza

Il Pdl torna a discutere di intercettazioni e chiede di spingere sull’acceleratore. Nella riunione dei capigruppo di Montecitorio si è deciso di inserire l’esame del ddl all’ultimo punto del calendario nell’ultima settimana di luglio, prima della pausa estiva. Non è detto però che il testo sia effettivamente votato in quella settimana, vista la probabile coincidenza con la manovra. Il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto ha lasciato intendere che non vi è eccessiva fretta: «Potremmo esaminare il ddl anche la prima settimana di agosto o a settembre. Dipenderà dalla logica dei lavori parlamentari». Il testo dal quale il Pdl vorrebbe ripartire è quello già all’esame dell’Aula e che è stato approvato dal Senato il 10 giugno del 2010, quindi quello del Governo e non quello proposto da Mastella. Fra i nodi principali, la possibilità di pubblicare le intercettazioni solo se rilevanti, proroghe di 15 giorni per gli ascolti, la possibilità di collocare ricetrasmittenti anche in automobili e uffici, la riduzione delle sanzioni per gli editori, il carcere per le talpe delle Procure e per chi fa registrazioni in maniera fraudolenta.
Polemica l’Associazione nazionale magistrati: «La giustizia ha altre priorità», ha detto il presidente Luca Palamara, ribadendo che quello che serve è «un processo che si svolga in tempi ragionevoli». Le intercettazioni, ha detto, restano «uno strumento indispensabile: si può discutere del profilo relativo alla loro pubblicazione ma non si può delegittimarne l’uso in base a singole vicende processuali».


Mal di pancia anche per il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: «Giusto fare la legge, ma la fretta è inopportuna. Non dobbiamo trasmettere l’idea di avere qualcosa da temere. È una battaglia di civiltà, ma in questo momento sarebbe fraintesa».

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