La giornata dei tre Giovanni

Il 15 aprile di settant'anni fa veniva ucciso a Firenze da un commando di partigiani comunisti Giovanni Gentile

Il 15 aprile di settant'anni fa veniva ucciso a Firenze da un commando di partigiani comunisti Giovanni Gentile. Era il massimo filosofo italiano d'accademia, padre della cultura italiana, anche quella antifascista, al tempo del fascismo. In piena guerra civile invocò la concordia nazionale e ciò lo rese imperdonabile. Oggi so che un senatore e un deputato di diversa estrazione politica lo ricorderanno alla Camera e al Senato e riprenderanno l'idea da noi lanciata di dedicargli una via a Firenze. Il 15 aprile di trent'anni fa a Roma mentre chiudeva i lavori della Fondazione dedicata a suo padre, il grande storico Gioacchino Volpe, accalorandosi nel discorso, si accasciava sul podio e moriva Giovanni Volpe, editore cattolico e nazional-conservatore, mecenate dell'editoria di destra che aveva pubblicato pregevoli quanto introvabili libri. Il 15 aprile di cinque anni fa si spegneva Giano Accame, libera intelligenza della cultura di destra sociale, fautore del socialismo tricolore, economista ispirato da Ezra Pound, lucido critico dello strapotere finanziario. Tre storie diverse di un passato dimenticato. Ma di un passato che non passa perché appartiene all'eterno presente. Su piani diversi le loro tracce, pur invisibili, restano vive.

(Il 15 aprile di cento anni fa nasceva Giovanni mio padre, anche lui amante dei libri, della storia e della filosofia, tra Socrate, Cristo e Garibaldi. Ai tre Giovanni, miei padri spirituali e biologici, e a Giano, fratello maggiore, dedico col vostro permesso questa giornata).

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