La verità sulle copie del "Sole-24 Ore" in edicola

L'ex direttore del giornale di Confindustria nega di aver fatto perdere alla testata il 18% della diffusione

La verità sulle copie del "Sole-24 Ore" in edicola

Caro direttore,
in risposta a un editoriale di Vittorio Feltri pubblicato il 14 maggio 2014 sul tuo giornale, il presidente del Gruppo 24 Ore Benito Benedini a proposito della diffusione del quotidiano diretto da Roberto Napoletano, scrive che «la direzione giornalistica di Gianni Riotta» avrebbe perduto «il 18%» della diffusione delle copie.

Dal momento in cui, in accordo con la Società Editrice del Sole24Ore, ho lasciato la direzione del giornale nel marzo 2011, non ho mai voluto commentare le cifre citate, troppe volte a mio danno e con intento polemico. Tuttavia questa volta, dopo essermi consultato con i miei legali e su loro diretto suggerimento, non posso esimermi dal chiederti ospitalità.

Sono persuaso che, nella difficilissima stagione dell'informazione in tutto il mondo, sia preferibile concentrarsi sul futuro che sul passato, ma poiché la reiterazione di queste citazioni negative assume ormai la caratteristica di una campagna di discredito nei miei confronti, voglio ricordare le cifre reali della questione, citando subito il comitato di redazione del Sole24Ore che, in data 18 marzo 2014, afferma: «Il Consiglio di amministrazione di ieri ha approvato…un bilancio che si chiude con il peggior risultato contabile nella storia della società. Un rosso di 77 milioni che si aggiunge a quelli degli anni passati, con un peggioramento di oltre 35 milioni rispetto al 2012». Quanto alla diffusione delle copie del Sole la lettera pubblicata dal Giornale afferma che io avrei lasciato il Sole a 261.661 copie nel marzo 2011, mentre l'attuale direzione potrebbe vantare una «diffusione totale» a marzo 2014 di 362.377 copie (dati Ads). Qui però il lettore dovrebbe essere informato, per completezza, lealtà e obiettività, che la certificazione Ads delle copie digitali è iniziata solo all'inizio del 2013, come scrive lo stesso Sole 24 Ore dell'8 marzo 2014 tirando «le somme del primo anno completo di misurazione delle copie digitali».

Vale a dire oggi il Sole addiziona alle copie cartacee le digitali, ed è dunque del tutto improprio il paragone copie cartacee e digitali 2011-2014 visto che nel 2011 era proibita tale somma. Il confronto sereno -se discussione serena si vuol davvero fare e non polemica- va fatto carta su carta. Quante sono dunque le copie digitali diffuse oggi dal Sole? Per restare all'articolo del Sole dell'8 marzo, «158.282 copie digitali». Un risultato positivo di cui io, che ho rilanciato l'edizione digitale del Sole, sono il primo a rallegrarmi con il giornale. Ma a questo punto è evidente che, sottratte le copie digitali, la situazione si ribalta, e quel «18%» a me imputato si palesa per quel che è: un equivoco contabile. Aggiungendo il taglio delle copie omaggio, deciso dall'Amministrazione del Sole24Ore nel 2009 per un'azione dolorosa di risparmio in un'ottica di massima attenzione al conto economico della Società, e il taglio delle promozioni a sostegno della diffusione (misure di spesa poi ripristinate dalla primavera del 2011) il paragone risulta ben diverso e non a mio svantaggio: nessun tracollo di copie c'è stato sotto la mia Direzione.

Auguro ai Colleghi e agli Editori del Sole24Ore ogni successo, ma da oggi in poi non permetterò più che polemiche da me mai innescate né promosse, mi

coinvolgano in modo arbitrario, e in tale senso ho già dato mandato ai miei avvocati di tutelarmi in ogni sede legale, se ancora sarò fatto oggetto di accuse che ledono la mia dignità e professionalità.

*editorialista La Stampa

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