Ha rifiutato di convertirsi all'Islam, il giorno di Natale e per questo gli hanno tagliato la lingua. L'orrore del fanatismo religioso, il corto circuito di un'integrazione che non c'è. É successo a uno studente indiano a Bonn, in Germania, vittima di un gruppo di estremisti islamici. Gli aggressori hanno prima chiesto alla vittima di che religione fosse, e poi davanti al suo rifiuto di convertirsi all'Islam, sono passati all'azione, mettendo in pratica ciò che pochi minuti prima avevano solo minacciato di fare. La polizia non ha diffuso le generalità dello studente, che è stato soccorso da un passante. Ricoverato in ospedale, è stato dimesso il giorno dopo.
Anche se può considerarsi soltanto un episodio non è sempre facile in Germania la convivenza tra tedeschi e comunità musulmana. É ancora fresca la polemica su Thilo Sarrazin, ex ministro delle Finanze e membro del consiglio direttivo della Bundesbank, che nel suo libro «Deutschland schafft sich ab» («La Germania si distrugge da sola») aveva scritto scatenando un putiferio che gli immigrati islamici «sono diversi, ignoranti, bloccano la Germania», e, soprattutto, che a differenza di tutti gli altri immigrati «non si integrano». E poi: hanno ottenuto dal welfare tedesco più di quanto abbiano dato, sono poco istruiti e, riproducendosi in maniera superiore alla media, contribuiscono all'impoverimento intellettuale della Germania.
Poi ci furono le proteste, le risse, le manifestazioni per la proiezione pubblica, poi vietata, del film anti-islamico «Innocence of Muslims», iniziativa lanciata da un piccolo movimento di estremisti ultra-conservatori. Toccò alla cancelliera tedesca Angela Merkel ammorbidire la situazione per evitare tensioni e violenze. Disse: «Ci sono buoni argomenti legali per un divieto» e poi «la libertà d'espressione conosce anche dei limiti». Frase che scatenò altre discussione ma che non impedì alla cancelliera di ribadire pochi giorni dopo che «l'islam è parte integrante della Germania» e che non bisogna confondere i musulmani tedeschi con gli islamisti pronti alla violenza: «Si deve fare grandissima attenzione a non mettere tutti in un gruppo».
Di certo nel mondo occidentale gli episodi di violenza contro chi non si piega ai dettami del corano si stanno moltiplicando. In Francia un uomo è stato condannato a sei mesi di prigione, per avere aggredito un'ostetrica ed avere rotto la porta di un blocco operatorio per rimettere il velo alla moglie che stava per partorire, mentre un ristoratore è stato aggredito per essersi rifiutato di chiudere per il Ramadan. Episodi, ma anche fenomeni. Donne rapite e costrette a sposarsi con un estraneo. Oppure stuprate, torturate, se non addirittura brutalmente uccise dai loro stessi familiari. Più di 17mila le donne che in Gran Bretagna subiscono violenze di ogni tipo per una questione d'onore legate ai principi religiosi.
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