Il Pd e Grillo vogliono rifilarci Prodi

L’elezione al Senato ha sancito che tra democratici e Cinque Stelle può esserci feeling: possibile l’inciucio per il Colle

Il Pd e Grillo vogliono rifilarci Prodi

Mentre i saggi cominceranno il loro lavoro, presumibilmente inutile al fine di agevolare la formazione del governo, i partiti si daranno da fare per selezionare l'uomo sbagliato da mandare al Quirinale, diventato ormai il fulcro della politica. Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: la Repubblica presidenziale, tanto invisa alla sinistra di origine comunista, e cara alla destra di ogni tempo, è stata di fatto realizzata da Giorgio Napolitano, migliorista, già dirigente di spicco del Pci. Un controsenso? Sì. Ma necessario, dato che il sistema parlamentare, imbastardito da leggi elettorali scritte a capocchia e irresponsabilmente varate, non funziona più.

Lo sanno tutti, pochi lo ammettono apertamente. Il Colle ha acquisito un'importanza strategica inimmaginabile solo qualche anno fa. Lo si vede in questi giorni. Dinanzi al problema della successione di Napolitano, persino quello dell'esecutivo, difficile da risolvere in mancanza di una maggioranza, è passato in secondo piano. L'attenzione dei politicanti d'ogni seme è concentrata sulla più alta carica dello Stato. Il Pdl punta su un personaggio non pregiudizialmente ostile a Silvio Berlusconi e che garantisca equidistanza tra i vari schieramenti. Il Pd desidera poter contare su un amico, meglio ancora: un compagno. E il Movimento 5 stelle gradirebbe un signore della cosiddetta società civile, non implicato in interessi di partito.

Le tre minoranze che si giocano il ricco piatto sono numericamente equivalenti. Ma si è già constatato che fra grillini e bersaniani, per quanto non sia stata raggiunta un'intesa sull'occupazione di Palazzo Chigi, c'è feeling, almeno un po'. Infatti il presidente del Senato, Pietro Grasso, è stato eletto anche grazie ai voti di una «fetta» di M5S. E ciò che è successo una volta, può succedere una seconda. Quindi non è escluso che dopo il 15 aprile (ultimo giorno di scuola per Napolitano) dalle Camere riunite esca un risultato studiato a tavolino (in segreto, si fa per dire) da Pier Luigi Bersani e Beppe Grillo. I quali - stando alle indiscrezioni fatte circolare da radio fante - convergerebbero su un nome arcinoto: Romano Prodi, che da mesi briga per chiudere la propria carriera al massimo livello.

Il Professore piace al Pd perché ha battuto in due circostanze il Cavaliere; inoltre, è un cattolico di provata fede e nessuno, pertanto, avrebbe facoltà di accusare gli ex marxisti di aver monopolizzato le istituzioni, piazzando solo progressisti nei posti chiave: Montecitorio, Palazzo Madama e Quirinale. È un ragionamento capzioso, questo, poiché Prodi è un'icona della sinistra, eppure regge formalmente: Romano è stato ed è con i rossi, ma rosso di suo non lo era né mai lo sarà.

Al Pd, fra l'altro, preme che a rimpiazzare Napolitano sia un antiberlusconiano, e più antiberlusconiano del docente bolognese non c'è in giro nessun altro candidabile. Domanda: per quale strano motivo ai grillini starebbe bene spianare la strada a Prodi? Molto semplice: Grillo ha simpatia per lui. I due intrattengono buoni rapporti, pare addirittura che si frequentino. Perché? Mistero buffo.
Non è dunque irrazionale supporre che la pausa imposta dal capo dello Stato con la creazione del comitatone dei saggi venga utilizzata dal Pd e dal M5S allo scopo di accordarsi e fregare il Cavaliere. A cui, ripetiamo, Prodi al Quirinale sarebbe indigesto. Al Pdl, per scongiurare una simile eventualità, rimane una flebile speranza: che i saggi combinino qualcosa di concreto ovvero predispongano le basi per un governo, pur precario e di breve durata, capace di assumere provvedimenti urgenti, tra cui la nuova legge elettorale.

In questo caso, il Pdl sarebbe indispensabile alla costituzione della maggioranza e avrebbe voce

in capitolo sulla scelta del presidente della Repubblica. E allora addio Prodi e relativi sogni di gloria. Chi, al posto del Professore? Dipende da come avverrà la distribuzione dei pani e dei pesci. Soprattutto dei pesci.

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