Cosa direste di un poeta vivente che pubblicasse un gigantesco «poema totale» intitolato IO con la prefazione entusiastica di Dante Alighieri? Che è pazzo da ricovero urgente.
Invece, se riesci a condividere un granello di pazzia e ti addentri nelle sue pagine, che in appendice ha giudizi lusinghieri su di lui di altri pazzi come Tasso e Ariosto, Leopardi e Petrarca, Shakespeare e via dicendo, ti accorgi che è una gran bell'opera.
Il poeta da slegare si chiama Dante Maffia, e ricorda nelle sue generalità le sommità e gli abissi del nostro Paese: dal Sommo Poeta alla dizione arcaica dell'Onorata Società. Nell'epoca dei palloni gonfiati, Nullità che godono degli Appoggi Giusti - il Gran Giornale, il programma in tv che fa tendenza, i premi di grido, la corte dei critici di slingua e letteratura - fa piacere incontrare pazzi temerari. Un altro mitomane di talento è Geminello Alvi, economista esoterico che in un altro gran tomo, delirante e reazionario (sono complimenti, non insulti), fonda da solo La Confederazione Italiana, come titola la sua opera uscita con Marsilio.
E poi il filosofo e traduttore Sossio Giametta, che sulle tracce del filosofo pazzo Nietzsche, dedica libri insani ai pazzi filosofi. L'ultimo suo bel testo è L'oro prezioso dell'essere.
E altri ancora, tutti pazzi sin dai dati onomastici e affetti da megalopsichia.Isolati, poco riconosciuti, controcorrente scrivono monumenti a se stessi, visto che non ci pensano gli adulatori autorizzati. Viva i mitomani genialoidi, abbasso i palloni gonfiati.
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