Quante speranze aveva suscitato la primavera araba! Invece abbiamo una guerra civile in Siria, instabilità politica in Libia e in Tunisia e l'incubo di una guerra civile in Egitto. Non basta rovesciare un tiranno e fare le elezioni per avere la democrazia. L'essenza della democrazia è la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che proibisce di discriminare fra persone di idee e fedi diverse e rispettare i diritti politici delle minoranze. Questo principio non c'è tradizionalmente nei Paesi islamici in cui il potere politico coincide con quello religioso. E i nostalgici del passato, gli islamisti, anche oggi, raggiunto il potere, impongono la legge religiosa, la sharia, a tutti.
Fino a pochi decenni fa in numerosi Paesi islamici erano al potere élite occidentalizzate. In Turchia il partito di Ataturk, in Iran lo Scià, in Algeria il Fln, in Egitto e Siria il partito Baath. Poi sono sorti e andati al potere i movimenti islamisti. In Iran hanno creato una teocrazia, in Sudan dittatura, in Algeria dopo aver vinto le elezioni, hanno fatto massacri. E anche in Egitto i Fratelli musulmani, dopo aver vinto le elezioni, stavano imponendo una costituzione islamista basata sulla sharia.
Ma questo Paese era culturalmente più moderno e milioni di persone si sono ribellate riempiendo di nuovo piazza Tahir dopo di che l'esercito, tradizionalmente laico, ha preso il potere. I Fratelli musulmani hanno invaso le piazze e i militari hanno reagito con violenza. Ma i Fratelli musulmani sono un movimento rivoluzionario perfettamente organizzato e continuano la mobilitazione anche armata. Esiste perciò un reale pericolo di guerra civile.
L'unica speranza è che la componente moderata dei laici, dei militari e dei Fratelli musulmani, prevalga sui fanatici e riesca ad avviare negoziati che portino alla pacificazione e a nuove elezioni.
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