«Alessandra è malata, non ridatele la figlia»

Londra«Sembra una frase dura, ma credo che mia figlia non debba riavere sua figlia». A parlare è Marino Pacchieri, il padre di Alessandra, la donna italiana fatta partorire in Inghilterra con un parto cesareo contro la sua volontà e a cui i servizi sociali hanno tolto la figlia perché la signora soffre di sindrome bipolare.
La vicenda, che risale a più di un anno fa ma è stata resa pubblica soltanto ora, ha destato grande clamore in Gran Bretagna ed è ora al centro di una disputa legale internazionale. La madre vuole riprendersi la bambina che ha 15 mesi e che invece il tribunale inglese ritiene di dover dare in adozione. A difesa della Pacchieri si sono alzate molte voci tra cui quelle di un parlamentare inglese e di alcune associazioni per la difesa dei diritti umani. E molte critiche sono state mosse nei confronti dei servizi sociali britannici «colpevoli» in questo caso di aver agito troppo frettolosamente e senza valutare le conseguenze che la loro decisione avrebbe provocato.
A sostenere il loro operato ora, c'è però lo stesso padre della signora che ha deciso di raccontare la propria versione della storia. Marino Pacchieri ha 73 anni, è separato dalla madre di Alessandra e conosce bene il calvario della malattia di sua figlia. «Sono convinto che i servizi sociali inglesi abbiano veramente agito nel miglior interesse di mia nipote - ha dichiarato infatti al Daily Mail - quando non prende le sue medicine, come ha fatto innumerevoli volte, Alessandra soffre di crisi ossessive e maniacali e potrebbe essere una minaccia per la bambina». Le prime avvisaglie della patologia sono apparse nel 2001 quando Alessandra si trovava in America e lavorava come cameriera. Nel giro di quattro mesi si era sposata ed era rimasta incinta ma quando i genitori erano andati a trovarla l'avevano trovata molto strana. «Un giorno era normale, l'altro fuori sé - ha raccontato il padre - aveva la mania delle chiavi, ne raccoglieva da tutte le parti ed era ossessionata che gliele rubassero. Al ristorante si presentava vestita in modo stranissimo e alla fine perse il lavoro. Noi eravamo molto preoccupati e la convincemmo a venire in Italia per farsi curare».
Dopo il divorzio dal marito, la prima figlia venne legalmente adottata dalla sorella dell'uomo e poi Alessandra ottenne di farla venire in Italia, ma affidata alla madre. In seguito lei tornò in America per vedere un ex fidanzato e rimase di nuovo incinta. Anche la seconda bambina venne data alla nonna con un'ordinanza del tribunale. Nel frattempo Alessandra si rimetteva in sesto, trovava un lavoro, ma poi, quando smetteva di prendere i medicinali, tornava ad essere preda dei suoi deliri. È accaduto anche durante la terza gravidanza. Quando il padre ha saputo del parto è arrivato in Inghilterra accompagnato dai servizi sociali.
«Li ho incontrati all'aeroporto - ha spiegato - dove mi hanno chiesto se io o la mia ex moglie volevamo occuparci della bambina. Io però sono troppo vecchio e la mamma di Alessandra si sta già prendendo cura delle altre due figlie di Alessandra. Il padre è un senegalese che lei ha incontrato in Toscana, immigrato illegale e senza un'occupazione fissa e di certo non può fare da padre a questa bambina».
Insomma, la triste realtà secondo il signor Pacchieri, è che questa bimba sarebbe veramente più al sicuro con altri genitori, lontano dalla sua madre biologica che potrebbe nuocerle se in futuro decidesse di nuovo di sospendere le medicine che regolano il suo umore e le consentono di avere una vita normale.

Intanto Alessandra non si da per vinta e continua a lottare per riprendersi la figlia. «Ora sto bene - sostiene - e il fatto che abbia avuto tre figli da tre uomini diversi non significa che io sia una cattiva madre».

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