Gli alfaniani vanno a Berlino per farsi benedire dalla Merkel

La fondazione di area Ncd invitata a un meeting dal partito della Cancelliera: non era mai successo con il "nemico" Cav. Il vicepremier cerca raccomandazioni per il Ppe

Gli alfaniani vanno a Berlino per farsi benedire dalla Merkel

Alla Cdu, e ancora di più alla leader, la cancelliera Angela Merkel, il Pdl non piaceva e soprattutto non piaceva (probabilmente non piace nemmeno ora) Silvio Berlusconi. Questo non è un mistero. La novità è semmai che a poche ore dalla scissione, il partito centrista tedesco sembra guardare con interesse al Nuovo centrodestra, nato da una costola del Pdl e guidato da Angelino Alfano, che nel precedente partito ricopriva il ruolo di segretario.

Come minimo la Cdu ha spalancato le porte a Magna Charta, fondazione di area Pdl, oggi nell'orbita del Ncd, visto che a presiederla è il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello, fondatore del nuovo partito.

La novità emerge da un fatto che di per sé non ha destato grande interesse. Dal 14 al 16 novembre, la fondazione italiana ha annunciato la partecipazione al meeting del «German-Italian Young Group» della Fondazione Konrad Adenauer, diretta espressione dei popolari tedeschi. L'appuntamento si è svolto a Berlino e ha avuto come tema: «L'impatto delle lobby e dei gruppi di interesse nei processi politici».

Niente di strano, se non fosse che la fondazione che prende il nome dallo statista tedesco, con Magna Charta versione berlusconiana, soprattutto negli ultimi tempi, non volesse avere niente a che fare. Spiega un insider del centrodestra: la «Kas» ultimamente evitava di invitare alle sue iniziative chiunque fosse legato al Pdl di Silvio Berlusconi.

La prima volta a Berlino della fondazione del centrodestra è coincisa con la fase più acuta della crisi del Pdl, quando la scissione era inevitabile. Se i popolari tedeschi non fossero stati sicuri che l'esito sarebbe stato questo, difficilmente avrebbero fatto partire gli inviti in Italia. L'incontro di Berlino sarebbe solo la prima puntata di una serie di collaborazioni che il Nuovo centrodestra vuole avviare con i centristi tedeschi, perché l'intenzione della nuova formazione è quella di radicarsi in modo stabile nel Partito popolare europeo. E a decidere dentro il Ppe sono principalmente i popolari tedeschi.

Negli ultimi tempi i rapporti tra il Pdl e i democristiani di Strasburgo sono stati a dir poco burrascosi. Basti ricordare la conferenza stampa Merkel-Sarkozy degli ammiccamenti anti Cav. Oppure, più recentemente, le posizioni del presidente del Ppe, il francese Joseph Daul, contro il leader del centrodestra italiano. Pochi giorni fa lo stesso esponente politico francese non ha voluto rispondere ai giornalisti che chiedevano se Forza Italia sarà ammessa nei popolari europei. Criptica la motivazione: «Ci sono ancora cose che devono succedere prima della fine del mese».

Per il momento la posizione del Ncd nei confronti della Germania resta quella del vecchio Pdl. Quantomeno Fabrizio Cicchitto nei giorni scorsi non ha lesinato critiche al cancelliere tedesco. Ma se il Ncd dovesse diventare il punto di riferimento del Ppe in Italia, le cose potrebbero cambiare.

Sempre che al Nuovo centrodestra interessi l'imprimatur dei democristiani tedeschi e della Merkel. C'è da dire che di recente, il bollino di garanzia della Cdu non ha portato fortuna ad altri esponenti politici. Ad esempio l'ex premier Mario Monti. Alle ultime elezioni lo stesso Daul si schierò con il premier uscente, in funzione anti Berlusconi.

E i risultati elettorali, fortemente negativi per Scelta civica e tutto sommato soddisfacenti per il Pdl, gli diedero torto. Lo stesso Monti si giocò la carta di un appoggio della Merkel, ma incassò una smentita (della cancelliera) e crollò nei sondaggi.

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