Via alle semplificazioni, spiragli sull'Iva

Il Consiglio dei ministri dà disco verde al pacchetto. Patroni Griffi: "È una manovra a costo zero". Zanonato cambia idea: "Vogliamo evitare lo scatto al 22%"

Via alle semplificazioni, spiragli sull'Iva

Roma - Flavio Zanonato si è ricordato di essere il ministro dello Sviluppo e non il Ragioniere dello Stato. Una questione di toni più che di sostanza, ma la forma conta e il fatto che ieri abbia ammesso che il governo sta facendo il possibile per evitare l'aumento dell'Iva ha una rilevanza politica. Ce l'ha soprattutto per il premier Enrico Letta, irritato dalle precedenti uscite del ministro Pd e impegnato a evitare che si apra, dentro l'esecutivo, un fronte che divide democratici e Pdl.
Dopo i fischi della Confcommercio, incassati quando aveva dato per inevitabile l'aumento dell'imposta, per correggere il tiro Zanonato ha scelto l'assemblea di Confesercenti (organizzazione, si diceva un tempo, più vicina alla sinistra). Ha tirato fuori lo «spirito di collegialità» dell'esecutivo. Che è un punto fermo del premier. Ha detto che l'esecutivo «sta facendo tutto quanto è possibile per evitare l'aumento e trovare le coperture alternative. Il gettito dell'aumento dell'Iva», ha comunque ricordato il ministro, «è già computato nel bilancio dello Stato ed è una voce fondamentale per uscire dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Non è semplice dunque intervenire visti i tempi strettissimi in cui ci troviamo ad operare».
È il bicchiere mezzo pieno dopo quello mezzo vuoto. Ma nella «marcia indietro» di Zanonato (Renato Brunetta dixit) c'è anche la rinuncia a fare quel gioco delle «priorità» che sembra di merito, ma è tutto politico. Quello del «bene bloccare l'aumento dell'Iva, ma prima viene... »; che serve a mettere bandierine e suscitare reazioni degli avversari. «Voglio che sappiate che ogni strada sarà battuta per evitare l'aumento previsto a fine giugno», ha detto ieri Zanonato ai commercianti incassando un applauso atteso, dopo i fischi degli iscritti a Confcommercio.
L'ostacolo su Iva e anche sull'Imu, non è comunque Zanonato. Le coperture sono ancora un nodo che il governo non ha affrontato direttamente. E non è ancora stato dipanato il temuto «ingorgo fiscale» da 11 miliardi all'anno - ha spiegato ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini. Oltre all'Iva ci sono gli aumenti dei ticket sanitari e la Tares. Nodi che l'esecutivo affronterà con il metodo last minute. Che consiste nel decidere su un tema alla volta, a ridosso delle scadenze - quindi con l'obbligo di fare in fretta - ma coinvolgendo tutta la maggioranza.
Ieri è stata la volta del disegno di legge sulle semplificazioni. Una partita meno preoccupante. Parte delle misure sono già state inserite nel decreto del Fare (il cui testo definitivo è ancora un mistero e potrebbe contenere sorprese che preoccupano i soggetti interessati alle diverse materie). «È una manovra economica a costo zero», ha commentato il sottosegretario alla presidenza Filippo Patroni Griffi. Tra le misure più poteri alla Consob e una novità in materia di successioni: viene cancellato l'obbligo di dichiarazione all'ufficio del registro se l'eredità al coniuge o ai parenti diretti non supera i 75mila euro. Altra novità, la possibilità di dare in prestito, a pagamento, le opere d'arte italiane a musei stranieri. Poi, sul fronte delle aziende, il tutor d'impresa nelle Camere di commercio.

Poi certificati dei titoli di studio rilasciati anche in inglese per facilitare chi vuole studiare o lavorare all'estero e cambi di residenza più semplici. Non ci sarà bisogno di comunicarli per la tassa sulla spazzatura né al registro automobilistico.

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