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Altro che rompiscatole, sono dei fannulloni

Dopo il caso della diaria trattenuta, il candidato M5S a Roma accetta i confronti in televisione. E arrivano 28 vicepresidenze 

Altro che rompiscatole, sono dei fannulloni

Roma - «Non abbiamo il personale che ci aiuta a scrivere una proposta di legge, gli altri partiti invece sì!» lamenta il deputato grillino Adriano Zaccagnini. Sarà così, perché finora, a quasi due mesi dall'insediamento, i parlamentari Cinque stelle si stanno facendo doppiare, quanto a proposte di leggi e interrogazioni parlamentari, persino da quelli del Misto, surclassati dai miti centristi di Scelta civica, umiliati dai deputati del Gal (Grandi autonomie e libertà). Le statistiche del Parlamento sono implacabili. Partiamo dal Senato. Il contatore di Palazzo Madama segna il numero di disegni di legge depositati dai senatori, a partire dal 15 marzo scorso. Qui i senatori grillini sono ultimi in classifica, e anche abbondantemente. Gli apriscatole di Grillo e Casaleggio hanno totalizzato solo 12 ddl, una media di sei al mese (e attenzione, solo nove hanno un parlamentare grillino come primo firmatario). Un po' pochini, anche perché il M5S è il terzo gruppo più numeroso del Senato, con 53 senatori guidati da Vito Crimi, finora famoso per la dormita sui banchi del Senato (che sia una sonnolenza contagiosa?).

Un gruppone che però ha prodotto quasi un decimo dei ddl fatti dai 21 senatori montiani (102 proposte di legge), molti meno di Gal (48) o della Lega (89), degli autonomisti della Svp (50), per non parlare di Pd e Pdl. Ma oltre ai cavalli di battaglia, l'abolizione dell'albo dei giornalisti e dei rimborsi elettorali, i senatori grillini, in quelle 12 proposte di legge, cosa chiedono? Il senatore grillino (e No Tav) Airola propone ad esempio nuove «Norme in materia di modificazione dell'attribuzione di sesso». Anche la senatrice Montevecchi si preoccupa di questioni di genere, con un ddl su «Nuove disposizioni per il contrasto dell'omofobia e della transfobia», così come il senatore oriundo Luis Orellana chiede «Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell'accesso al matrimonio in favore delle coppie dello stesso sesso».

Non che alla Camera, dove i grillini diventano 109, le cose vadano meglio. A Montecitorio, sotto la guida della Lombardi, i deputati di Grillo hanno prodotto, in due mesi, la bellezza di soli cinque disegni di legge. L'abolizione dei rimborsi elettorali, l'introduzione del voto per preferenza, il divieto di «propaganda elettorale a carico delle persone appartenenti ad associazioni mafiose», una modifica alla legge sugli orari di apertura dei negozi, la soppressione dell'obbligo di assicurazione dei professionisti. In aggiunta, i deputati grillini hanno firmato una proposta dell'ambientalista Realacci (Pd) «per la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle manifestazioni dei cortei in costume, delle rievocazioni e dei giochi storici», e un'altra dell'onorevole altoatesino (Svp) Manfred Schullian per l'«Istituzione della corte d'appello e della procura generale della Repubblica in Bolzano». Cofirmata, chissà perché, dal deputato salernitano del M5S, Girolamo Pisano. Dopodiché, il nulla. Anche alla Camera i grillini sono ultimi nelle statistiche legislative. Basti dire che Sel, con 37 deputati contro i 109 di Grillo, ha depositato 35 proposte di legge, contro le cinque dei cittadini portavoce a Montecitorio.

Poi ci sono le interrogazioni parlamentari, e anche qui l'attività langue. Dovevano mettere al muro la Casta, mitragliandola di domande e richieste di trasparenza, e invece la metà dei deputati M5S non ha fatto neppure uno straccio di interrogazione (le domande ufficiali al governo), docili come agnellini. Nel palmares della Lombardi, capogruppo, c'è solo una interpellanza, mentre nello statino del suo vicario, Riccardo Nuti, neppure quella.

Urge davvero il nuovo meeting con Grillo e Casaleggio.

 

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