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Articolo 18, Fiom in rivolta: dure contestazioni a Bersani

Incontro sul lavoro organizzato dalla Fiom. Bersani difende la riforma del lavoro e l'appoggio a Monti. Ma viene contestato e fischiato più volte

Articolo 18, Fiom in rivolta: dure contestazioni a Bersani

La spaccatura tra il Partito democratico e l'ala più estrema della Cgil è sempre più forte. Una selva di fischi è piovuta dalla platea della Fiom non appena il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha pontificato sulle modifiche all'articolo 18 e sull'appoggio al governo Monti.

Intervenendo all’iniziativa organizzata dal sindacato sul lavoro, il numero uno del Partito democratico ha difeso la decisione di far parte della maggioranza dopo la caduta del governo Berlusconi. "È una leggenda metropolitana - ha spiegato Bersani - che in quel famoso novembre l’alternativa fosse Monti o il voto, l’alternativa era o Monti o avanti con Berlusconi, il che ci avrebbe portato ad una situazione simile a quella della Grecia". Prima la sala ha rumoreggiato, poi sono partiti i fischi che hanno obbligato Bersani a fermarsi. "Questa è una fase di transizione", ha quindi provato a insistere il laeder pd, senza comuqnue riuscire a convincere il pubblico. Ancora più netta è stata, subito dopo, la contestazione sulla riforma del mercato del lavoro e sulle modifiche apportate in parlamento all'articolo 18. Quando Bersani ha introdotto il tema spiegando che rivedere l’articolo 18 era "l’ultima cosa" che avrebbe voluto fare, è partita la prima protesta. Fischi e insulti hanno obbligato il segretario del Pd a fermarsi nuovamente. "Ritengo che si sia fatto argine", ha insistito Bersani. A quel punto dalla sala in molti hanno urlato "Non è vero!".

E sono partiti altri fischi.

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