Una trivella e due generatori di una ditta che lavora al cantiere della Tav distrutti dalle fiamme. Due giovani arrestati con un arsenale in auto. E il sospetto, degli inquirenti, che sia attivo in Val Susa un vero e proprio «gruppo di fuoco» che vuol bloccare il cantiere con la violenza, costi quel che costi.
È il bilancio, preoccupante, dell'ennesima notte di tensione nella valle. L'undicesima notte di fuoco nel giro di due mesi. A fuoco, appunto, è andato, a Bussoleno, il materiale della ditta Geomont. In fumo una trivella, due generatori e anche parte del capannone che ospitava gli strumenti. Sull'incendio sono in corso accertamenti, ma secondo gli inquirenti è «verosimilmente doloso». L'attentato si è verificato proprio mentre un'ottantina di No Tav, incappucciati, marciava verso il cantiere di Chiomonte. E proprio a Chiomonte, sembra, era diretta l'auto-arsenale bloccata dai Carabinieri e dalla Digos nei pressi di Venaus. I due giovani a bordo, Davide Forgione, 21 anni, esponente del centro Askatasuna, e Paolo Rossi, 26 anni sono stati fermati e poi arrestati con l'accusa di detenzione di materiale esplodente. Accusa che però potrebbe anche essere inasprita dopo la perizia sulla capacità distruttiva del materiale sequestrato: 63 bengala di grosse dimensioni, due scatole di diavolina (il tipo sembra lo stesso di quello usato per l'attentato alla Geomont), 6 mortai rudimentali, una trentina di chiodi a quattro punte, 5 molotov e altrettante bottiglie di benzina, maschere antigas e tute nere.
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